Negli anni ’80, quando ci si “rompeva” un menisco, tendenzialmente l’ortopedico, sottoponeva l’infortunato ad apertura dell’articolazione, asportazione del menisco; poi, gesso per un mese e riabilitazione. Chissà quanti di voi hanno subito la stessa sorte e oggi, stanno pagando, a caro prezzo, questo tipo di intervento che ha portato ad una degenerazione dell’articolazione. Come spiega il dott. Corrado Bait, specializzato in Ortopedia e Traumatologia, socio presso il centro specializzato Physioclinic di Milano “il menisco è una struttura che dona stabilità al ginocchio e funziona come ammortizzatore. Il femore e la tibia, si accoppiano perfettamente grazie alla presenza del menisco consentendo il movimento tipico del ginocchio. Quando il menisco si rompe possono verificarsi episodi di blocco e causa di frammenti che ostacolano il meccanismo di movimento, mentre l’assenza del menisco, col tempo, può provocare seri problemi di deambulazione”. Oggi le tecniche si sono evolute e così anche le strumentazioni in grado di individuare il problema a livello articolare. “Attraverso la visione diretta, esami strumentali come la palpazione della zona meniscale e anche esami diagnostici come la risonanza, è possibile verificare la gravità del problema. Quando, palpando, non si trova la giusta consistenza e non si ha più stabilità si deve intervenire in artroscopia tagliando un pezzo di menisco, o riparandolo con suture, allo scopo di ridare proprio la stabilità originaria. Questa è una soluzione da preferire nei pazienti giovani per salvaguardare il più possibile l’integrità dell’articolazione.”. E’ interessante scoprire proprio come, grazie a queste tecniche più avanzate, si possano salvaguardare le articolazioni del ginocchio, evitando usura. “Togliendo gran parte del menisco, si sottopone il ginocchio a stress meccanici che, automaticamente, vengono assorbiti da cartilagine e anche dall’osso; le conseguenze di questo sovraccarico si manifestano attraverso lo sviluppo di artrosi precoce. Ovviamente, la degenerazione avviene lentamente, nell’arco di alcuni anni e le conseguenze dell’intervento al menisco dipendono da alcune variabili, come ad esempio, l’età del paziente, ma anche dal peso”.

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