Domenica si corre a Torino e il 25 a Firenze.  Due maratone con caratteristiche differenti ma comunque due maratone. E alla vigilia di una 42 chilometri, dopo mesi di allenamento, ciò che è fatto è fatto. Non conta più nulla e non si inventa più nulla. C’è solo un aspetto della preparazione che può essere migliorato e può fare la differenza ed  è quello dell’alimentazione che nelle ultime settimane va curata con attenzione. Io non sono un tecnico, quindi la mia dieta non conta. Ma c’è chi queste cose le studia e le approfondisce da anni e quindi le dritte giuste le può dare.  Mi ha colpito un articolo sul sito della Enervit (www.enervitsport.com)  anche perchè mette un  po’ in discussione quella che per molti ciclisti e molti runner per anni è stata una tradizione pre-gara. E cioè il piattone di pasta all’alba con olio e formaggio: l’ho fatto anche io.  Forse è meglio darsi una regolata.  Nelle settimane che precedono la maratona valgono le stesse regole del mangiare sano che contano per tutti gli atleti alle quali, fra le altre, devono attenersi anche coloro che seguono la dieta Zona. Si comincia con il  mangiare tanta verdura e la frutta ad ogni pasto principale;  va preferito il pesce e il pollame alla carne rossa e va limitato il consumo dei grassi saturi cioè quelli solidi a temperatura ambiente e derivati dai mammiferi di terra, come la parte bianca del prosciutto, le parti più grasse delle carni, i cibi che ne abbondano, come i salumi. Da evitare sono anche i grassi idrogenati, ossia quelli delle margarine (ne sono ricchi le brioches, le merendine e tanti prodotti da forno) e come condimento deve essere sempre preferito l’olio extra vergine d’oliva. Ovviamente non bisogna bere alcolici e non  mangiare molti cibi ricchi di saccarosio (zucchero da cucina). Ed ecco ciò che mi ha sorpreso di più. Alla vigilia di una martona spiega l’equipe Enervit in ogni pasto vanno consumate quantità limitate dei cibi ricchi di carboidrati che vengono digeriti e assimilati velocemente, come patate, pane, crackers, grissini, riso e così via.  Anche se qui l’eccezione si può fare. Dopo un allenamento lungo, in genere supoeriore alle due ore, infatt i per recuperare il glicogeno perso nella corsa, è addirittura utile mangiare una certa quantità di questi “sconsigliati”. Bisogna farlo però immediatamente dopo che si è finito di correre, dopo la doccia o addirittura prima.  Si può bere, per esempio, una lattina di aranciata o di chinotto oppure si possono magiare due patate lesse o un panino con la marmellata. Assieme, però, è utile mangiare anche un cubetto di grana. Con questo abbinamento (che può apparire strano) il recupero sarà molto favorito. “Correre una maratona è un viaggio, si inizia mesi prima, con la preparazione: allenamento su strada e a tavola. Perché la devi costruire. – spiegano gli esperti dell’Equipe Enervit da 30 anni a fianco degli atleti – Si prosegue il giorno della prova, curando i dettagli. Concentrazione, grinta e una corretta integrazione che abbiamo studiato metro dopo metro, per correre senza cali di energia”.

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