Wolfgang Rieke, il camionista 62enne che il 30 novembre dello scorso anno investì e uccise a Montebello Vicentino Davide Rebellin, è stato arrestato su mandato di arresto europeo richiesto dal gip di Vicenza. Lo ha comunicato la stessa Procura della Repubblica. Ora il camionista è in stato di fermo in Germania nel carcere a Münster  in esecuzione del mandato di arresto europeo Mae, emesso del giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Vicenza e  dovrà rispondere delle accuse di omicidio stradale e omissione di soccorso. Le disposizione della decisione quadro relativa al mandato di arresto europeo stabiliscono che la competente autorità giudiziaria tedesca, deve adottare la decisione finale sull’esecuzione del mandato di arresto europeo entro 60 giorni. Al massimo entro dieci giorni dalla decisione finale la persona arrestata deve essere consegnata all’autorità giudiziaria dello stato emittente.

Responsabilità accertate. La morte di Rebellin, secondo  il dispositivo del procuratore della Repubblica  Lino Giorgio Bruno, “è da imputare esclusivamente a una pluralità di comportamenti da parte di Rieke”. Sulla base degli elementi raccolti la Procura ha avviato un’indagine, delegata al Nucleo Investigativo del Comando Provinciale Carabinieri di Vicenza, con l’acquisizione delle registrazioni delle telecamere di videosorveglianza installate in prossimità del luogo dell’incidente che hanno consentito di riprodurre, da varie angolazioni, la dinamica dell’incidente e di accertare la condotta dell’autotrasportatore tedesco.

Le testimonianze. Anche in base alle testimonianze delle persone intervenute in soccorso di Rebellin è risultato che l’ autista, dopo l’investimento, era sceso dal mezzo avvicinandosi alla vittima e subito dopo aveva ripreso posto a bordo dell’autoarticolato, allontanandosi. Il conducente era stato anche fotografato dai presenti.  Gli approfondimenti, svolti in collaborazione anche con l’Agenzia delle Entrate e il Centro di cooperazione delle Polizia di Italia, Austria e Slovenia di Thor1-Maglern, hanno poi  consentito di accertare che il mezzo era di proprietà di un’impresa di spedizioni tedesca, con sede a Recke  in Renania e di identificare il conducente, il quale era giunto in Italia lo stesso giorno, il 30 novembre, per carichi di merce eseguiti da ultimo, nel primo pomeriggio, presso un’impresa di spedizioni internazionale con sede nell’ Interporto di Verona.

L’ordine di cattura e il sequestro del Tir. La Procura di Vicenza, tramite Eurojust, ha trasmesso un ordine di indagine europeo Oie alla Procura distrettuale di Munster, competente per il luogo di domicilio di Rieke, con richiesta di esecuzione di sequestro dell’ autoarticolato. Nell’ambito degli accertamenti eseguiti dall’ Autorità tedesca è risultato che, dopo il rientro del mezzo in Germania e comunque alla data del 3 dicembre 2022, alla motrice non risultava più collegato il rimorchio presente al momento dell’incidente ma un altro.

 

Le indagini in Germania. Il 20 gennaio scorso i militari del Comando provinciale carabinieri di Vicenza e il consulente tecnico nominato per la ricostruzione della dinamica del sinistro sono andati presso l’ esercizio Duvenbeck, dove il mezzo era custodito in seguito al sequestro, e con il supporto di personale specializzato del Commissariato di Polizia stradale tedesco hanno proceduto all’ analisi diretta del veicolo, all’ acquisizione di documentazione e di dati dalle strumentazioni. E’ emerso tra l’altro che in corrispondenza delle parti plastiche coinvolte nel sinistro stradale, paraurti anteriore, spoiler, erano presenti deformazioni compatibili con l’ urto delle bicicletta e del corpo del ciclista e che il mezzo era stato successivamente all’ incidente lavato mediante detergente concentrato, a forte reazione decapante e ad alta reazione acida.

La consulenza tecnica. E’ stato accertato che il conducente del mezzo aveva a disposizione una visibilità diretta e indiretta che consentiva di percepire in maniera adeguata la presenza del ciclista sulla carreggiata nei momenti antecedenti l’urto e che il mezzo era dotato di una telecamera posta sulla base dello specchio del lato passeggero che sarebbe entrata in funzione automaticamente all’inserimento dell’ indicatore di direzione sul lato destro. Ad avviso del consulente, e con argomentazioni riprese e condivise da giudice nell’ ordinanza applicativa della misura, sebbene sia ravvisabile un iniziale comportamento colposo di Rebellin all’atto di inserimento sulla rotatoria, questa violazione non ha avuto alcun rilevo causale …in virtù dell’enorme tempo intercorrente tra questa azione omissiva comportamentale e il successivo urto che avviene dopo non meno di cinque secondi poiché .. l’utente debole è sempre rimasto davanti alla cabina del trattore stradale, ad una distanza ampiamente sufficiente a poterlo vedere in relazione alla visibilità diretta sull’ ampio vetro parabrezza…”. Si legge ancora nell’ordinanza del gip che “‘… il decesso del Rebellin è pertanto da imputare esclusivamente ad una pluralità di violazioni di norme comportamentali dal parte del Rieke nella conduzione dell’ autoarticolato nei momenti antecedenti all’ impatto con il ciclista, emergendo solidi elementi per poter affermare che egli abbia violato le prescrizioni previste in tema di circolazione stradale e che, da tali violazioni, sia derivata casualmente la morte del ciclista…”

La soddisfazione dei carabinieri.  «È stata pienamente riconosciuta la validità dell’attività investigativa svolta dai Carabinieri di Vicenza e la conseguente richiesta di giustizia in Germania- ha commentato il Comandante provinciale dei Carabinieri di Vicenza, Giuseppe Moscati- siamo profondamente vicini alla famiglia di Davide Rebellin e, in generale, a tutti coloro i quali hanno sofferto il grande dolore per la perdita di una persona cara, vittima di omicidio stradale. Dallo scorso 30 novembre, i Carabinieri hanno lavorato incessantemente per arrivare a questo risultato, sempre sostenuti dalla comunità vicentina, che ci ha chiesto di fare piena luce su questa tragica scomparsa. Lo dedichiamo anche a loro»,