“The Stone” quando il triathlon diventa un’altra cosa. Forse un sogno
“Siamo fatti della stessa materia con la quale son fatti i sogni…” scriveva William Shakespeare. E allora i sogni vale la pena di inseguirli soprattutto quando sembrano irraggiungibili. Il fascino è tutto lì. Nel triathlon da qualche anno il sogno per qualcuno va oltre la fatica, oltre la bellezza dei luoghi dove ci si tuffa, dove si pedala, dove si corre. Va oltre la paura di provarci. Il filone è quello delle sfide estreme dal Norseman in Norvegia, al Celtaman in Scozia all’Escape From Alcatraz in California, gare di triathlon che sono forse un’altra cosa, che servono a dimostrare solo a se stessi che si poteva fare, che che bastava volere… “The Stone”, che partirà all’alba del 5 luglio dal lago di Iseo e finirà, dopo 175 km e dopo aver scalato in il passo dell’Aprica, il Mortirolo e Gavia con una corsa di 39 chilometri sui sentieri sterrati dell’alta Valle Camonica fino al traguardo di Passo Paradiso, ad oltre tremila metri va in quella direzione lì. Un “full distance” organizzato da TriO Events con Regione Lombardia, Provincia di Brescia, Comune di Ponte di Legno e Comune di Sulzano che vedrà al via 150 triatleti da 15 Paesi al mondo mettersi alla prova in questa impressionante ascesa di oltre 6mila metri. Dal 2021 la competizione è tappa della Extreme triathlon Series, il circuito internazionale che raggruppa alcune tra le prove più dure nel mondo: Winterman CZECH Xtreme, Knysna Extreme triathlon, Pirene Xtreme e Austria eXtreme. Novità dell’edizione di quest’anno sarà The Stone Relay che permetterà di condividere le fatiche con altri atleti in squadra . ”Oltre alla The Stone Relay, abbiamo confermato il programma Approach to Stone per consentire di vivere questa magnifica esperienza anche a chi non si sentisse totalmente pronto – spiega Andrea Visconti di TriO Events – 50 triatleti testeranno, quindi, il tracciato e le proprie capacità nel percorso di avvicinamento allo Stone: la finish line sarà al Passo del Tonale dopo 2,2 km di nuoto, 138 km di bici e 27 km di corsa”. Che è un po’ meno, ma resta una sfida “tosta”. E comunque la filosofia rimane la stessa. “Questa non è una gara ma è un vero e proprio viaggio dalle variabili imprevedibili, che ti mette di fronte ai tuoi limiti e ti fa capire come venirne a capo…” raccontava qualche tempo fa uno degli atleti arrivato al traguardo. Non aveva vinto ma cambiava poco, praticamente nulla. Perchè qui vince chi arriva. E forse anche chi ha solo l’ardire di provarci…