25Mar 17
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Mercoledì 29 marzo il premier britannico, Theresa May, invocherà l’articolo 50 del Trattato di Lisbona, la norma che mette in moto la secessione di uno Stato membro dall’Unione europea aprendo due anni di negoziati per completarla. Questo significa che entro il 29 marzo 2019 Londra sarà fuori definitivamente dall’Ue, salvo che la Scozia riesca a indire entro quella data un altro referendum independista che, come conseguenza, avrebbe il remain di Edimburgo. Secondo uno studio elaborato dal Ceps per conto del Parlamento europeo, la perdita di Pil dal 2019 al 2030 determinata dalla Brexit sarà compresa tra lo 0,1 e lo […]
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Wall & Street © 2024
17Apr 15
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I lettori del Giornale sanno già che il Def 2015-2019 del governo di Matteo Renzi è una boiata pazzesca. Glielo ha spiegato con dovizia di particolari il nostro ottimo collega Antonio Signorini svelando da una parte l’incubo di 63 miliardi di tasse in più nel triennio 2017-2019 (dando per assodato che l’anno prossimo si eviti lo scatto delle clausole di salvaguardia con un aumento monstre delle aliquote Iva). Antonio vi ha anche fatto sapere che l’Ufficio Parlamentare di Bilancio (il guardiano dei conti che opere nelle due Camere) ha sottolineato che le previsioni di crescita sono troppo ottimistiche e, se […]
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25Set 13
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«Se la Germania credesse davvero nel progetto di un’Europa integrata sarebbe ben felice di discutere di temi quali l’unione bancaria, la messa in comune dei debiti e i trasferimenti fiscali illimitati. Ma, al momento, la Germania esclude tutte e tre queste opzioni e non desidera certo nuovi salvataggi». Così l’esperto di crisi del debito europeo Michael Hewson, senior analyst di Cmc Markets, ha interpretato le conseguenze economiche della terza vittoria elettorale della Cancelliera Merkel. Secondo Hewson, questo atteggiamento potrebbe tuttavia modificarsi se si raggiungerà l’accordo di governo con i socialdemocratici dell’Spd, partito da sempre leggermente più favorevole all’idea di un’unione bancaria. «L’area euro – continua […]
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25Mar 13
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[photopress:claudio_borghi_bio.jpg,full,centered] I lettori del Giornale lo conoscono da anni come editorialista. Ma Claudio Borghi Aquilini, docente di Economia degli intermediari finanziari all’Università Cattolica di Milano, è soprattutto una voce eterodossa rispetto al conformismo europeista che domina sui media. Ecco perché Wall & Street hanno voluto ascoltare il suo parere. Lo spread è un indicatore economico? «Lo spread non dovrebbe esistere. Nel 2011 non sapevamo nemmeno cosa fosse perché sul mercato c’era la percezione che il debito europeo fosse condiviso. Il caso si è creato quando Merkel e Sarkozy hanno preso la scriteriata decisione del PSI (acronimo di Private Sector Involvement, […]
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13Mar 13
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[photopress:MONTI_1.JPG,full,centered] Il New York Times oggi ha pubblicato un sapido editoriale del premio Nobel Paul Krugman intitolato «Night of the living Alesina», che suona più o meno come La notte degli Alesina viventi. Sin dal titolo è chiaro che il bersaglio della salace satira è il collega Alberto Alesina, di formazione bocconiana e tra gli «ispiratori» assieme a Francesco Giavazzi (con cui firma numerosi editoriali sul Corriere) della linea di politica economica di Mario Monti. Che, se non fosse stato «frenato» dalla sua strana maggioranza, ne avrebbe recepito in tutto e per tutti i suggerimenti, per altro non dissimili – […]
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12Mar 13
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[photopress:Loretta_Napoleoni.jpg,full,centered] «Più che di “cintura dell’aglio”, come i tedeschi hanno ribattezzato il Sud Europa, dovremmo parlare di “cappio dei suicidi”. Poiché l’austerità altro non è che una corda che Bruxelles ha calato dall’alto attorno al collo delle popolazioni dei Paesi alla periferia di Eurolandia. Sono queste le Nazioni più a rischio, dove la “disoccupazione di lungo periodo” è più alta. La prima ondata di suicidi si verifica in concomitanza col licenziamento, la seconda coincide con lo scadere dei sussidi di disoccupazione ed è quella più imponente. Oggi si muore per i debiti, per pagare gli arretrati dell’iscrizione al country club […]
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07Feb 13
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Prima il Wall Street Journal e il Financial Times, poi Bloomberg. La grande stampa finanziaria degli Stati Uniti scarica tutta la responsabilità del calo delle Borse internazionali su quella che considera la campagna «anti-austerità» rilanciata dal Pdl in vista dell’ormai prossimo appuntamento elettorale. In buona sostanza, secondo i commentatori Usa, i mercati avrebbero valutato negativamente l’annuncio di Silvio Berlusconi di restituire l’Imu sulla prima casa alle famiglie italiane come primo atto di governo (in caso di vittoria) per rimediare alla scartavetrata di tasse con cui il governo di Mario Monti ha ulteriormente danneggiato (e questo è inconfutabile) i già pericolanti bilanci di imprese e cittadini. Wall & Street […]
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