I morti in mare servono a qualcuno?
È tutta questione di… schifezza.
Ora i morti galleggiano sull’acqua, mentre noi italiani dove ci apprestiamo a galleggiare o ad affondare? Non tutti gli italiani, ovviamente, perché alcuni sono dotati di solide imbarcazioni, frutto del lavoro di coloro che ora non hanno che un canotto, quando è tanto, a volte sgonfio.
Quando affermo che siamo australopitechi presuntuosi, lo dico con cognizione di causa, visto che noi italiani facciamo di tutto per allontanarci dai comportamenti primigeni. Non siamo mai stati un popolo insensibile alle tragedie umane, forse per merito del cristianesimo nell’insegnamento del quale siamo cresciuti, oppure per merito di un libero arbitrio che sa diventare coscienza civile quando siamo di fronte ad una tragedia immane come questa.
È vero: esiste il terrorismo di coloro che squarciano la gola e questi si chiamano criminali e basta, senza nessuna giustificazione religiosa, perché ho già chiarito che un dio desideroso di sangue non è che la trasposizione mistificata di una violenza che vuole la mente umana assetata di potere e di morte. Ma quanti sfuggono alla fame, alla violenza dei loro stessi fratelli diventati dittatori, non sono terroristi ma sono disperati, come potremmo essere noi tra poco, in questa stessa nazione che tenta faticosamente di risollevarsi, contro le previsioni di tutti e soprattutto di coloro che, forse giustamente, non credono agli italiani.
E quindi il problema è come al solito generale. La nostra è una nazione lasciata completamente sola quando vi sono le emergenze europee, alla quale viene chiesto di aumentare l’Iva quando si debbono compiere i sacrifici, mentre alcune persone che conosciamo bene hanno comprato l’Euro a prezzi proibitivi, promettendoci e assicurandoci che avremmo trovato l’eldorado in Europa. Vi era stata la “cattiva” Margaret Thatcher ad annunciare la sua profezia nel suo discorso alla Camera dei Comuni il 22 novembre 1990, e come si addice a una “donna mentalmente sana” e dalle idee chiare, le sue previsioni si sono puntualmente avverate. Ho scritto non a caso la locuzione “donna mentalmente sana”, perché la nostra specie possiede, oltre al linguaggio, il valore aggiunto di una femmina umana in grado di percepire il pericolo per la propria prole, dunque per gli esseri umani, con maggiore raffinatezza e intuito. La natura non avrebbe affidato alla donna il compito di gestire, in totale solitudine, una creatura in grembo se non l’avesse anche dotata di una forza e di una speranza rivolta quasi esclusivamente al futuro.
Ecco perché mi meraviglio di questa Europa, guidata da un sentimento di totale irresponsabilità verso quel tipo di economia che continua ad affamare le nazioni più in difficoltà, lasciandole completamente sole a fronteggiare quella povertà che sta alimentando, assieme a tutti gli altri componenti del G8, da molti, moltissimi anni. E noi italiani siamo abbandonati al nostro senso di umanità, grazie al quale facciamo fatica a vedere in TV le immagini di morti galleggianti e se continuiamo a rimanere soli, non vorrei che fra qualche mese ci buttassimo noi italiani in mare a galleggiare accanto ai nostri fratelli morti.
E li chiamo fratelli, perché siamo tutti membri di uno stesso corpo che si chiama umanità, anche se alcuni membri sono putrefatti e malsani per il corpo stesso. Esiste una medicina politica, con la quale sanificare curando oppure recidendo i membri malati, ma ogni operazione chirurgica è opera di un equipe e non può essere lasciata in mano ad un solo medico già di per sé in difficoltà.
Ho l’impressione che questa tragedia sia lasciata nelle nostre mani con lo scopo recondito di sottometterci ad una prova di resistenza che prelude alla speranza di metterci in cattiva luce. Non sarà difficile poi essere attaccati e criticati anche in questo.
Spero che questa sia solo una impressione e mi auguro che qualche politico italiano sia nelle condizioni di essere autorevole in Europa, anche se ho i miei sani dubbi in merito.