È tutta questione di… realtà.

Nell’articolo precedente abbiamo considerato i vari tipi di potere e ci siamo anche resi conto che essi possono sovrapporsi, perché, ad esempio, un leader può negare una ricompensa a fini di coercizione.

La distinzione che però abbiamo operato ci serve per riconoscere con maggiore consapevolezza le fonti di questo potere.

Per esempio, quando un dirigente esprime verso un sottoposto una valutazione negativa, esercitando l’uso coercitivo del proprio potere, quell’azione tenderà a ridurre il potere carismatico del collaboratore nei confronti degli altri suoi colleghi.

Le scienze sociali hanno dimostrato che, quando le autorità si affidano alle ricompense e all’esercizio di un potere coercitivo, la loro influenza si indebolisce quando si riduce la quantità di risorse che hanno a disposizione e che possono quindi distribuire.

Nello stesso tempo, quelle autorità che si sono guadagnate il rispetto, e quindi sono considerate legittime, possono contare sulla lealtà dei membri del gruppo, indipendentemente dalla loro possibilità/capacità di ricompensare oppure di costringere a compiere azioni. Tuttavia, queste forme di lealtà possono venir meno se la figura di autorità agisce con modalità che i membri del gruppo considerano scorrette, antitetiche oppure irrispettose.

Rispetto a coloro che detengono effettivamente posizioni di potere, coloro che ne sono privi tendono ad utilizzare la coercizione in misura maggiore, perché pensano di non possedere altri mezzi per raggiungere i propri scopi. Per esempio, alcuni genitori e alcuni insegnanti si sentono relativamente impotenti quando i giovani sembrano essere fuori controllo. Questi adulti sono più propensi ad utilizzare minacce e punizioni rispetto ai genitori e agli insegnanti che invece si percepiscono autorevoli.

In genere, le autorità preferiscono ricompensare al posto di costringere, perché temono ritorsioni.

Tuttavia, i membri di un gruppo spesso tollerano un leader coercitivo quando il gruppo, nel suo insieme, raggiunge regolarmente i propri obiettivi, oppure se si fidano profondamente del leader stesso.

Al contrario, quando un leader manca di autorevolezza, generalmente utilizza la coercizione, e chiede ai membri del gruppo di svolgere compiti sgradevoli. Questi ultimi tendono maggiormente ad opporsi alla sua autorità.

Penso che queste riflessioni ci aiutino meglio a comprendere cosa sta accadendo nel mondo, e proprio negli ambienti di potere, siano essi partitici o economici.

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