foto presa dal webÈ tutta questione di… contraddizioni.

È una patologia grave, debilitante l’intera esistenza di una persona e della famiglia che la accoglie. Il livello cognitivo del funzionamento mentale può variare, da persona a persona, e le abilità delle persone colpite possono essere utili in molti contesti professionali.

Stiamo parlando di autismo, una patologia dalle cause ancora ignote anche se sempre più diffusa. Secondo il Centers for Disease Control and Prevention, agenzia pubblica statunitense sul controllo della sanità, questa malattia colpisce un bambino americano su 88 con un tasso di incremento 10 volte maggiore negli ultimi 40 anni.

Forse qualcosa si sta muovendo in direzione di una maggiore sensibilizzazione rispetto a questa patologia: il Parlamento italiano ha dato il via libera ad una legge su questa malattia che prevede più ricerca in materia e soprattutto l’inserimento nei Livelli Essenziali di Assistenza.

Finalmente una buona notizia! Certo ma c’è un aspetto troppo spesso sottaciuto , e non certo per ignoranza: lo strapotere delle case farmaceutiche. Se si considera che una delle cause confermate dell’autismo sono i vaccini – come emerge in uno studio del marzo del 2015 – come mai la questione vaccini continua a rimanere un tabù? Non se ne può parlare e poco si fa a riguardo sia a livello di epidemiologia sia a quello di comunicazione di massa.

Ben venga quindi una legge che stimoli la ricerca ulteriore in materia ma perché non si legifera sullo strapotere delle case farmaceutiche che non sempre producono farmaci in favore della salute umana? Come al solito, anche qui il denaro è l’asse portante delle intenzioni, produzioni e smercio. Nulla di nuovo.

Inoltre, guarda caso, la legge non prevede stanziamenti aggiuntivi: gli aiuti verso le famiglie che si trovano sole a fronteggiare il problema autismo non saranno erogati. Chi si prende cura dei portatori della patologia dovrà, come si suol dire, andare a “far nozze” con i soliti fichi secchi. Niente soldi per il sostegno alle famiglie a casa né tanto meno per i corsi di aggiornamento per gli insegnanti che si trovano a fronteggiare a scuola questa patologia gravemente invalidante dal punto di vista relazionale.

Certo, rispetto al nulla precedente questa legge almeno dà il via libera ad un interessamento maggiore ma deve ancora tornare al senato per l’approvazione definitiva, nella speranza che si trovi qualche forma di finanziamento.

Eppure, sarebbe così semplice: basterebbe togliere qualche euro dalle cospicue mensilità delle cosiddette pensioni d’oro o dagli stipendi dei manager di Stato per dirottare quei soldi verso la ricerca e il sostegno di chi si trova ad affrontare patologie difficili come l’autismo, appunto.

Ma questo sarebbe dimostrazione di eccessiva civiltà da parte del nostro Paese. Finiremmo tutti ricoverati con un Trattamento Sanitario Obbligatorio in conseguenza dello choc che potremmo subire!

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