Consigli per stupratori… e non
È tutta questione di… conoscenza.
Ho letto con attenzione questo articolo, e consiglio di farlo a chi segue questo blog. Le considerazioni in esso contenute partono proprio da questa lettura.
Sono d’accordo con l’autrice quando denuncia l’ipocrisia necessaria ai media per fare ascolti, e farci credere che tutti i setting operativi che propongono siano veri, reali ed efficaci. No, direi proprio di no. Anzi, siamo decisamente di fronte alla messa in scena di falsità sempre più funzionali al mantenimento di cervelli anestetizzati di spettatori ancora ignari, nella maggioranza dei casi, che è fortemente voluto ai fini dell’audience e dello share.
Ma veniamo ai concetti dell’articolo.
Tutto vero, anche dal mio punto di vista, quello antropologico-mentale. Ho solo qualche riserva rispetto al fatto che sia sufficiente una reale educazione sessuale impartita ai maschi della nostra specie, in quasi tutte le culture del mondo, tranne quelle matrilineari e matriarcali (in realtà poche, ed alcune solo in Oriente), anche se fosse costante e continua.
In effetti, secondo gli studi sull’influenza degli ormoni sessuali nella formazione di veri e propri stili cognitivi, dunque comportamentali, degli esseri umani, maschi e femmine che siano, il nostro agire dipende fortemente dal sistema endocrino, e nel nostro caso dal testosterone e dal progesterone.
Rimando i lettori a questi studi, facilmente reperibili in siti scientifici anche nel web, mentre penso che si dovrebbe, prima ancora di educare, almeno informare, tanto i maschi quanto le femmine, che questi ormoni agiscono in modi precisi, e di fronte a situazioni culturali ed ambientali stimolanti.
Sarebbe importante cominciare a rendersi conto che di fronte a certi stimoli, gli esseri umani non sono ancora tanto evoluti, educativamente parlando, da ritenersi immuni e non sono nelle condizioni di garantire, specialmente a se stessi, la presenza di comportamenti reattivi che potremmo definire civili.
Siamo deboli, molto deboli e molto di più di quello che crediamo, anche quando siamo particolarmente informati, scolarizzati e viviamo in ambienti che potremmo definire “colti” (prendete questo ultimo termine della frase, cortesemente, in senso assai lato…).
Non nego, ovviamente, il ruolo dell’educazione nello sviluppo di comportamenti sociali, ma ricordo solo all’autrice dell’articolo, come ai lettori di questo blog, che sarebbe opportuno non fidarsi troppo di se stessi, delle proprie reazioni emozionali, anche frutto di sostanze ormonali, ragion per cui occorre stare di più all’erta rispetto alle proprie certezze e convinzioni. Il potere degli stimoli, specialmente di quelli che hanno a che fare con forti, umbratili e persino “nere” passioni, oltrepassa ogni nostra possibile garanzia di civiltà, dunque di educazione.
Il consiglio finale, a tutti, maschi e femmine che siano: informiamoci sulla realtà nella nostra neurofisiologia e stiamo all’erta, convincendoci davvero che gli stimoli sono come le occasioni, e tutti possiamo diventare dei ladri, anche quando crediamo di esserne completamente immuni.