Massoneria non fa rima con malaffare
È tutta questione di… confronto.
Se non lo aveste già fatto, vi consiglio vivamente la lettura di questo articolo.
Si tratta dell’intervento del Cardinale Ravasi. Che il Cardinale sia un uomo “illuminato”, tanto da Dio quanto dalla ragione che Dio stesso gli ha concesso, non è una novità. Anzi, direi che ci siamo abituati perché lui stesso in questi anni ci ha così insegnato l’equidistanza nella valutazione, nell’adesione ad un credo preciso. Nel suo caso, alle parole del Cristo e a Santa Madre Chiesa.
Certo, la Chiesa alla quale egli si riferisce è, dal mio punto di vista, la migliore, ossia quella che va oltre le espressioni temporali di un potere fine a se stesso e intende parlare di un “potere umano che sa guardare a Dio”, oltre ogni confessione.
In questo suo intervento il Cardinale invita, massoni e non massoni, cristiani e non, a confrontarsi reciprocamente rispetto alla necessità di lasciare un segno divino nell’agire umano. E i segni divini superano sempre ogni divisione, ogni separazione.
Consiglio dunque la lettura di questo articolo, non solo ai massoni ma specialmente a coloro che non lo sono e credono che questa associazione mondiale sia l’espressione del solo malaffare mentre non lo è affatto. Non lo è nelle sue intenzioni storiche, nei suoi comportamenti sociali e pratici, e non lo è nella maggioranza dei suoi membri. Ciò non significa che sia esente dalla presenza del marcio umano, come accade in tutte le occasioni comunitarie delle nostra specie, da oltre 40.000 anni fa, quando nel Paleolitico superiore, durante il periodo aurignaziano, abbiamo iniziato a “fare segno”, ossia lasciare traccia di noi stessi.
L’invito del Cardinale a superare le divisioni si scontra certamente con l’uso che qualche Grande Maestro o Cardinale fa delle divisioni stesse per poter affermare una presunta superiorità morale che è invece evidentemente solo economica.
L’Uomo, poi, purtroppo spesso rinuncia a esercitare la propria responsabilità, espressione di libertà, eleggendo qualche leader profumatamente pagato dalla nostra servile ed accattona mentalità, che ci guidi, ci schiavizzi in qualsiasi forma esistenziale.
Eppure, il Cardinale Ravasi, dall’alto della sua onestà intellettuale, tanto come Uomo quanto come “Uomo di Dio”, ci invita invece proprio a esercitare la nostra responsabilità, grandissimo dono che l’Uomo tende a sottovalutare.
Sarà il caso di meditare, compresi i Grandi Maestri delle tre più importanti Obbedienze italiane.