Politicamente transgender
È tutta questione di… parlare chiaro.
E’ quello che farò oggi. E vi confiderò anche, senza temere giudizi, alcune mie decisioni in materia politica.
Quelli che seguono questo blog sanno che non amo occuparmi troppo di politica italiana, anche perché in questa nazione i politici non parlano di politica ma di interessi personali presentati come popolari. Insomma la politica italiana è transgender e non interessa alla maggior parte delle persone, tranne quando si tratta di dover affrontare il tema della riforma Boschi.
Non parlerò di quella mentre voterò sicuramente di NO al referendum dopo aver ascoltato molti colleghi costituzionalisti che hanno spiegato con dovizia di particolari e con chiarezza a cosa andremmo incontro se vincessero i SI. Non dimenticate che tale riforma è in sintonia con la riforma della legge elettorale.
Dopo queste brevi precisazioni, personali ovviamente, vi invito a leggere questo interessante articolo. Non sono d’accordo su tutto ma condivido appieno il titolo con l’aggiunta di una ulteriore considerazione.
Nella destra italiana non manca solo una classe dirigente: mancano persone credibili, affidabili e lungimiranti. Questo emerge, da un punto di vista antropologico-mentale, in quasi tutti i politici che ho avuto l’occasione di ascoltare o di conoscere personalmente. Sino a quando non avremo davvero un ricambio generazionale e permetteremo ai giovani di sbagliare pubblicamente, continueremo ad avere queste cariatidi che sbagliano da parecchi anni oramai, convinti che le persone vadano a votarle mentre mantengono la sedia semplicemente perché i cittadini non votano affatto.
Questa politica e questi politici sono eletti da coloro che non votano: gli assenti.
E’ proprio questo il loro elettorato migliore e lo coltivano accuratamente, ogni volta che aprono bocca. Senza contare il fatto che il loro parlare è frutto di una necessità fisiologica legata al movimento inconsulto di una lingua tanto lunga quanto inutile.
Voi come la vedete?