bambinateÈ tutta questione di… indecenza.

Questa è la notizia e le mie considerazioni sono le seguenti.

Ciò che è significativo, dal mio punto di vista, è la mentalità di questi rappresentanti delle Istituzioni che forse non capiscono cosa significa rappresentare, e quindi, penso, siano l’espressione di una carenza neuro-cognitiva. E questo è il primo punto.

Il secondo, è la facilità con cui si utilizzano locuzioni e frasi e che fanno parte del vivere popolare comune, e mi riferisco al termine bambinata, come se le cose che fanno i bambini fossero necessariamente insensate. Ecco, ho l’impressione che i bambini istituzionali della nostra nazione siano quelli eletti, e siano ovviamente in difficoltà mentali, mentre i bambini che frequentano i nostri asili siano invece il meglio che la speranza italiana sta coltivando per il futuro.

Certo, dobbiamo anche dire che siamo in un paese, Pimonte, dove tutti tacciono e la famiglia della normalmente stuprata ragazzina si è dovuta trasferire in Germania perché il branco è di nuovo libero di fare altre bambinate, sotto il sole meridionale della nostra nazione. Direi, sempre meglio. Espressioni sociali e culturali della reale situazione mentale in cui versano alcune comunità di cittadini.

Ma l’aspetto più interessante è che ci stiamo abituando a tutto, specialmente alle cose più vergognose, obbrobriose, criminali e delinquenziali. Ciò che un tempo era impensabile per molti di noi, oggi è normale, come se questo tipo di giovani fossero completamente privi di quelle istanze etiche che erano per noi scontate, basilari, fondamentali. Dodici ragazzini che stuprano una quindicenne è da considerarsi un gioco sociale, come per noi era la campana o il nascondino.

Bella società, ottimi genitori e meravigliosi sindaci. E poi ci chiediamo perché le cose vanno come vanno.

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