Non c’è più la masturbazione di un tempo!
È tutta questione di… disperazione.
Che la dimensione sessuale sia importante nella nostra specie come in quella di altri primati e mammiferi, non è cosa nuova, mentre possono diventare nuove le implicazioni mentali che portano le persone a valutare diversamente la propria sessualità.
È il caso nella notizia seguente che ha suscitato molto scalpore in rete (diventando virale molto velocemente), mentre, dal mio punto di vista non si tratta di rapporto sessuale feticistico ma solo di onanismo patologico, e direi persino culturalmente approvato.
Al di là del fatto che ho qualche dubbio circa la non costruzione ad hoc dell’intera faccenda, visto che il signore continua a fare quello che vuole anche ripreso da una telecamera di cui si accorge, risulta evidente che la vera patologia risiede nel considerare se stessi, con il proprio sesso, alla stregua di una macchina che elargisce soddisfazione.
Questo signore che si trova evidentemente in preda alla sua istintuale passione masturbatoria (cosa diversa dalla pulsione che è sempre mediata psichicamente), si soddisfa pubblicamente.
È una vera e propria spersonalizzazione della propria identità di persona, ciò che io intravvedo in questo atto, in perfetta sintonia con un mondo nel quale si tende a separare le azioni dell’Uomo dalla sua volontà, in nome di riferimenti mediatici che ci stanno portando verso l’esaltazione di qualsiasi tipo di piacere, di godimento personale.
Ecco quello che io vedo in questo atto: la disperazione di una non-persona che ha deciso di trattarsi come questo mondo lo considera, ossia solo e semplicemente una cosa, con lo stesso valore (o non valore?) di un’altra qualsiasi.
Certo, andiamo proprio bene…