foto stefano craccoÈ tutta questione di… salvaguardia.

Qualche settimana fa è apparsa una notizia agghiacciante: una madre, ora in carcere, uccide a coltellate il proprio figlio di 16 mesi e tenta di uccidere l’altro figlio di 7 anni. Il motivo? Dice di aver avuto istruzioni in questo senso dalle voci che sentiva dentro la testa.

E perché sentiva queste voci? Perché faceva uso di anfetamine.

Queste sostanze sono presenti nel consumo occidentale da molto tempo. Il primo uso è quello “da sballo”: se ne parlava già da quando io, più giovane, mi recavo in discoteca il fine settimana nella meravigliosa patria della dance music che era ed è ancora la Versilia.

L’altro uso è invece farmacologico: queste sostanze si trovano, nelle quantità previste dalla farmacopea ufficiale, anche nei prodotti contro il raffreddore per contrastare l’effetto sedativo degli antistaminici e procurare una vasocostrizione locale.

L’anfetamina è dunque un composto che -come spesso accade in molte cose della vita reale- preso nelle dosi giuste, confuso con altre molecole, può svolgere una funzione positiva per l’organismo umano mentre assunto diversamente e da solo è una droga sintetica d’abuso.

Non sappiamo perché la madre assassina assumesse questa sostanza. Può essere -ma è soltanto un’ipotesi- che l’intenzione di questa donna fosse di dimagrire velocemente, visto che un altro ambito in cui si utilizza l’anfetamina è quello dietologico. La sostanza infatti favorisce il dimagrimento in tempi ridotti senza il coinvolgimento della volontà personale in quanto è una sostanza anestetizzante che riduce fortemente l’appetito e quindi il desiderio del cibo.

Oltre a questo gli altri effetti collaterali dell’anfetamina sono a dire poco tremendi: aumento della secchezza delle fauci, del ritmo cardiaco e respiratorio, attivazione cognitiva esagerata e alterazione del ritmo veglia-sonno, con episodi di violenza e atti paranoici.

Nella notizia riportata si legge che la signora aveva un compagno. Ora mi chiedo: come è pensabile che costui fosse all’oscuro della situazione mentale in cui versava la madre dei suoi figli? Con quale leggerezza permettiamo che una madre che fa uso di droghe, per qualsiasi motivo e situazione personale, viva giorno dopo giorno con i cuccioli indifesi?

Immagino che siano molte le situazioni simili a questa, di cui non sappiamo nulla. Chissà in quante famiglie un membro della coppia è drogato, per dipendenza o per motivi terapeutici. In questi casi le istituzioni hanno la responsabilità di salvaguardare i figli di tali coppie, prima che accadano tragedie come queste.

Non dovremmo lasciare nessuno dei nostri cuccioli nelle mani di chi abusa di droghe anche quando vogliono farci credere di essere guariti. Ci vogliono anni prima che ci si possa fidare della parola di un tossicodipendente.

Se è inutile a mio avviso dichiarare queste persone inferme di mente, risultano insane di mente piuttosto quelle istituzioni e tutti coloro che consentono che vengano loro affidati dei bambini, anche se loro figli.

In questi casi, la durezza di un allontanamento forzato dal genitore può rivelarsi altamente utile alla vita del bambino: solo così quella piccola vita sarà protetta e salvata.

 

Tag: , , , , , ,