Gay stupidi, come gli etero
È tutta questione di… stupidità.
Nel leggere del gran can can sorto intorno alla non-notizia di una nota marca di panettoni tacciata di omofobia, mi è nato uno spontaneo sorriso, assieme ad una piccola dose di stupore.
Il sorriso perché evidentemente i pubblicitari hanno compreso molto bene il livello “intellettuale” di una gran fetta di pubblico. Lo stupore, invece, deriva dai commenti espressi da parte di molti esponenti della società civile rispetto alla suddetta provocazione pubblicitaria.
Avete presente i nostri computer? Bene, sapete tutti che sono soggetti a virus di vario genere. E tutti sapete anche che la produzione e vendita di antivirus immette ed inventa i virus che possono essere eliminati dagli antivirus commercializzati. In sostanza, tutto è commercialmente strumentalizzato affinché possa continuare la circolazione di denaro, e, nello stesso tempo, di paure ed ossessioni. Tutti elementi, questi ultimi, profondamente utili all’economia virtuale.
Nel caso della pubblicità che tanto scalpore ha destato tra la comunità gay ed etero, è la stessa cosa: tutto è stato organizzato per creare quella discussione, completamente inutile, che permette tanto ai cosiddetti “normali” quanto ai cosiddetti “anormali” di occuparsi di stupidità dirigendo la propria attenzione verso, udite udite, dei dolci prodotti industrialmente che molto probabilmente sono più nocivi alla salute della frase incriminata.
Insomma, come possiamo non capire che la risposta del pubblico è deliberatamente architettata e che i cosiddetti “opinion leader” (mai a mio avviso è stata coniata espressione più ridicola) non sapendo occuparsi di cose serie, si occupano di veri e propri tranelli comunicativi?
Personalmente credo che le diversità, anche quelle sessuali, siano un valore, non un disvalore, ma per questo partecipo ad eventi seri, non ad idiozie tipiche di una stupidità culturale dilagante.