Chi ha paura… di sé stesso?
“(…) sicuri dell’insicuro (…) facciamo in modo chele persone abbiano paura del presente e del futuro, si farà fare loro qualsiasi cosa: si rivolgeranno a chiunque prometta una soluzione”.
La frase – una citazione dal libro di Giovanna Mulas Fecondatio Animae – mi sembra particolarmente adatta alla situazione che stiamo vivendo proprio in questi giorni in Europa e in generale nel mondo.
Nonostante io non condivida la posizione politica della scrittrice di sinistra -o meglio vetero-sinistra direi- mi trovo completamente in accordo su questa riflessione: mantenere la massa (come l’autrice ama definire in altro modo il popolo) in uno stato di paura permette di addomesticare le reazioni umane. Si tratta evidentemente di un’ottima strategia comunicativa grazie alla quale l’identità di ogni individuo viene catalizzata da gerarchie rassicuranti, come l’autrice stessa sostiene.
Da questa riflessione, altamente pertinente al clima di psicosi collettiva che si respira in queste ore nelle nostre città, ne deriva un’altra attinente più genericamente alla natura dell’Uomo. In noi si fondono il Male e il Bene, il Chiaro e lo Scuro, l’Amore e l’Odio. Rispetto a questi antipodi spesso tentiamo di eliminare la parte che consideriamo peggiore ma questa rimane presente e influenza le nostre azioni e i nostri pensieri.
Scrive la Mulas: “Ogni uomo ha in sé una parte oscura di cui percepisce la forza e la teme. (…) Vincere ciò che non si conosce, [per] liberare la mente dalle false concezioni di modo che si possa recepire una delle tante verità e, fra tutte, quella riconosciuta ché suggerita dall’istinto”.
Nessuno di noi è un monolite, qualcosa di perfettamente unitario, riconoscibile nella sua totalità e forma, come se il perimetro della propria identità fosse sempre chiaro ed evidente. Mutiamo i nostri pensieri in base alle circostanze mentre facendo appello -spesso a sproposito- ad una strana idea di coerenza crediamo di mantenerci immutati come se la realtà esterna non forzasse in noi il cambiamento di opinioni e considerazioni.
Una coerenza che crediamo di avere e che non siamo altrettanto pronti a riconoscere presente negli altri: in base a calcoli inconsci o anche consci ci salviamo sempre, considerandoci migliori rispetto agli altri.
Guardiamoci allo specchio: guardiamo la parte oscura presente in ognuno di noi. Una volta che la scorgeremo forse ci renderemo conto che fa meno paura di quel che crediamo e che se esiste il giorno può ben esistere anche la notte. E forse, in questo modo, impareremo ad avere un po’ meno paura. E chissà, forse ad essere anche un poco più liberi.