stefano cracco_1È tutta questione di… verità.

Oggi voglio ricordare questo grande uomo, una grande persona, che ha superato tutte le differenze e ci insegna a che cosa è importante prestare attenzione.

Si tratta di Imre Kertész, premio Nobel per la letteratura nel 2002.

L’orrore non fa rumore, è ormai ordinaria amministrazione e ci accompagna quotidianamente. Al punto tale che, essendoci assiduo compagno, lo accettiamo silenziosamente, diventando anche noi, come lui, altrettanto silenziosi.

Eppure, questo ordinario orrore non è muto, perché sono tante, troppe, le persone che in questo mondo gridano a gran voce tutto il terrore che vivono, loro malgrado e persino malgrado la nostra apparente normalità.

Consiglio a tutti la lettura di questo importante autore, che ha saputo ricordare a tutti noi quanto sia importante non abituarci al male, al brutto e al negativo, anche quando viviamo in un’epoca in cui tutti i media non fanno altro che proporci gratuitamente male su male.

E quindi mi chiedo se non abbiamo sbagliato qualche cosa, specialmente rispetto all’idea di voler comunicare e pubblicizzare sempre il peggio delle nostre umane azioni. E mi chiedo perché, in prima serata, non ci raccontano prima le cose belle – e so che ci sono in questo mondo, probabilmente in numero maggiore delle cose brutte -, e poi, eventualmente, tutto quanto c’è di negativo. Si, ho proprio scritto eventualmente, perché si potrebbe persino decidere di essere educativi scegliendo di comunicare solo il bello, magari per qualche giorno di seguito.

La nostra mente imita tutto, anche quello che vorremmo mantenere lontano da noi, e il negativo sale silenziosamente alla coscienza, oppure si presenta nei sogni. Il fatto è che il male è molto più contagioso del bene, specialmente quando lo si lascia agire senza contrapporgli il suo opposto, come fosse l’unica realtà esistente in questo deserto che è la nostra rassegnazione.

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