La tristezza culturale della sinistra
Dopo aver letto questa notizia, certo la mia conclusione non poteva essere diversa da quella espressa nel titolo.
Non penso sia interessante fare riferimento al mondo dei rapper, mentre ritengo utile, forse, notare con quanta vecchiezza intellettuale e pena cognitiva si affronta il tema dell’immigrazione. Che qualcuno in questa nazione, dopo aver visto alcuni servizi televisivi sulle condizioni di vita degli immigrati nei centri di “dis-accoglienza” ad opera delle cooperative, oppure a seguito di ciò che quotidianamente si incontra per strada, possa sostenere che si “ammirano” queste persone è davvero triste, e forse persino drammatico. Lo stesso dramma di questa povera gente, sfruttata a vantaggio di una finta accoglienza, lo si riviene in questi giudizi romantici e privi di ogni fondamento antropologico.
Sarebbe, forse, più onesto sostenere che gli italiani non comprendono il dramma altrui, perché si rendono conto che questa forma di “accoglienza” non è utile agli immigrati, mentre se si volesse davvero avviarsi verso una possibile soluzione si agirebbe governativamente in modo diverso. Si potrebbe, ad esempio, cominciare mettendo nelle condizioni queste persone di migliorare il proprio stile di vita nei loro Paesi, ma la FAO ed altre Agenzie internazionali, che esistono da oltre settant’anni, non mi sembra abbiano fatto qualcosa di veramente importante. Oppure, se lo hanno fatto, vi sono le Nazioni, che con le loro politiche e i loro capi di Governo, disfanno ad una velocità maggiore di quella con cui altri tentano di costruire. Insomma, vedo solo tanta demagogia, nei fatti e ancor più nelle parole di questi intellettuali. E se mettessimo nelle condizioni queste persone di fare i lavori che noi non vogliamo più fare, e procedessimo verso un’integrazione capillare, a bassi numeri, ma diffusa?
Forse, molti italiani che non capiscono, me compreso, potrebbero essere messi nelle condizioni mentali di accogliere davvero, senza stupidaggini intellettuali.