Inutili marce e tutti complici
È tutta questione di… ipocrisia.
Una notizia su cui ragionare brevemente.
La mia prima considerazione riguarda il fatto che tanto i detenuti di Regina Coeli quanto persone libere, da quello che si può dedurre dalla lettura dell’articolo cui faccio riferimento, reagiscono allo stesso modo rispettivamente verso gli indagati e sospettati e verso colui che, avvocato, rinuncia all’incarico. Nel primo caso, i detenuti, siamo di fronte a possibili e verosimili reazioni corporali, in carcere, e nel secondo caso, anonimi individui, altre reazioni fisiche. Insomma, in tutte e due i casi alla violenza si risponde con altrettanta violenza. Meccanismo atavico, tutto umano e niente di nuovo sotto questo sole. Andiamo avanti così.
La mia seconda considerazione riguarda le marce di cittadini che si fanno in questi casi, quando il morto è morto e quando gli inquirenti hanno fatto molta fatica ad infrangere il muro di omertà di alcuni che certamente partecipano alle sfilate, proprio per farsi vedere perfettamente integrati con gli altri, contro quella violenza che tacitamente hanno contribuito a fomentare.
Ed infine, nessuno di quelli che si sono trovati, quella notte in quella piazza, ad assistere al terribile fatto, si senta innocente e chiamato fuori. Il tutto, infatti, è avvenuto non in una periferia deserta, ma nella piazza di una cittadina dove certamente oltre agli assassini e alla vittima vi erano altre persone, ma nessuno ha fatto qualcosa per evitare che si compisse ciò che è avvenuto.
Chi non si ribella, tanto con la propria coscienza quanto con le basilari azioni che da tale adesione dovrebbero scaturire, non è molto diverso dai presunti assassini.
Ma siamo in una nazione dove tutto ciò che è ipocrita, fasullo e mistificante funziona assai bene. Sia sufficiente rendersi conto dei governi che abbiamo avuto ultimamente, dell’Europa che abbiamo (con l’appena avvenuta farsa per celebrare 60 anni di Unione disunita e castrante), e dei politici che ci meritiamo. Tutti quanti, me compreso, ovviamente.