Mal d’amore?
È tutta questione di… incontro.
O amare male? Questo è il dilemma.
Ho il sospetto che con l’adozione di atteggiamenti di distacco, come antidoto personale e sociale al dolore, ci siamo completamente allontanati da noi, dal nostro essere persone, e dal nostro buon vivere. Utilizziamo la parola amore per chiamare i nostri amici, e nelle scuole dei nostri figli tutte le Teen si apostrofano così.
Amore è il vocabolo più utilizzato per esprimere un concetto, un’emozione, un sentimento. Il punto di arrivo di ogni essere umano. Amare e farsi amare. Ma quando siamo in guerra ci ricordiamo di amare? Forse no, niente affatto. Al limite, in guerra, pensiamo ai nostri affetti, quelli che lontano attendono il nostro ritorno. Non credo che chi ha il coraggio di uccidere un altro essere umano abbia ben chiaro il concetto di amore. Oppure, se sa cosa vuole dire, lo applica solo a forme egoistiche, senza contemplare la presenza di altri come lui. E se è così, siamo in presenza di narcisismo, una patologia che oggi miete molte vittime.
Ci siamo dimenticati di noi tutti, antropologicamente legati all’abitudine di dimenticare ciò che è stato per inseguire quel che è nuovo, ciò che vogliamo diventi una novità. Il vecchio annoia. I vecchi annoiano. E i giovani non sanno amare, perché i grandi sono impegnati in altro.
Mia nonna Graziosa diceva: prima di lasciare i bambini da soli a giocare, accertati che abbiano imparato le regole. Certo, una grande donna. Una donna, punto. Dove sono finite oggi? Ne conoscete qualcuna che sia disponibile ad insegnare cose del genere, magari che sia anche una maestra di scuola elementare, oppure una profe delle medie inferiori e superiori?
Senza regole si finisce per litigare inutilmente, e senza amore si finisce per morire.
Anzi, senza amore moriamo ogni giorno un po’ credendo di vivere meglio.