Meglio morti
È tutta questione di…. onestà.
Nel leggere questo articolo, mi convinco del fatto che lo Stato deve essere sempre migliore della mafia, altrimenti si ripete la storia: la mafia arriva dove lo Stato è assente. Ora, il carcere di Parma ha carenze strutturali, e tali da non poter garantire le necessarie cure, anche quando il mafioso andasse a riceverle in ospedale. E questo concetto lo capisco poco. Molto poco, anche se è quello che ci viene raccontato dai media.
Come uomo di Fede non posso accettare la morte di un essere umano per mano di un suo simile, tantomeno posso accettare la sofferenza causata dai fatti. È giusto ricevere una morte dignitosa, anche quando si tratta di criminali incalliti, perché godere per una rivincita non serve a nulla ed è la magrissima soddisfazione di una mente eternamente ferita, che non riesce a superare il difficile lutto.
Capisco e conosco questa emozione. La rabbia dell’ingiustizia. Penso che tutti possiamo riconoscerci come vittime e carnefici al tempo stesso, anche se con le dovute differenze individuali. Non penso che si possa salvare qualcuno di noi, totalmente. Esiste sempre un motivo per essere vittime di questo atavico atteggiamento mentale. Un atteggiamento che risiede probabilmente nella parte più antica del nostro cervello, e che abbiamo in comune con i rettili. Non è bello che lo stato sia un serpente, anche se al suo interno pullulano nidi di vipere incinte. Non lo può e non lo deve mai essere, a maggior ragione, uno dei suoi poteri più importanti, come la magistratura.
Esiste un articolo, il 27 della nostra amata Costituzione… ma!
Sento di appartenere ad uno Stato che riconosce il debito e non la pena. In uno stato che crea leggi per portare dolore, tanto ai criminali quanto alle vittime. Perché mi viene da dire: “Al posto della vendetta, meglio la pena di morte”. Saremmo più coerenti, con le vittime, i loro famigliari e un articolo 27 che viene regolarmente disatteso, anche per i criminali meno criminali dei mafiosi.
Quindi, continuo a capire poco.