Donne italiane
È tutta questione di… riflessione.
Le vicende politiche, quindi esistenziali di tutti noi e che ci tengono in sospeso dal 4 marzo in poi, sembrano dirci che manca, a questa classe politica, un robusto senso della lungimiranza.
A prescindere dall’orientamento politico personale, abbiamo assistito (e direi che continueremo ad assistere…) ad una prova di resistenza, nella contrapposizione, tra maschi. E noi tutti, come specie, siamo primati umani. Le scimmie sono primati non umani. Nella nostra nazione le cose si confondono sempre di più, ogni giorno che passa.
Nessuna personalità politica femminile, tranne l’attuale Presidente del Senato, ha avuto voce né, tantomeno, ruolo nelle difficili trattative per la nascita di un governo. Qualcuno potrebbe obiettare che il panorama politico femminile italiano non presenta profili alla Theresa May o alla Angela Merkel e, quindi, non esistono validi femmine umane interessanti, fino al punto da affidare loro la guida di un governo, oppure di un partito. Eh sì, carissimi! La SPD ha appena eletto il suo nuovo segretario nella persona della signora Andrea Maria Nahles, conosciuta e stimata nell’intero consesso europeo.
In Italia non abbiamo omologhi, evidentemente. E quando, per purissimo caso, ne arriva uno in Parlamento, il nostro sistema trova il modo per purgarsi della sua presenza. Mi sto riferendo, chiaramente, alla eminente dott.ssa Ilaria Capua la cui onestà intellettuale l’ha indotta a dimettersi pur sapendosi innocente. E, una volta pienamente assolta, è letteralmente scappata dall’Italia, portandosi via uno dei migliori cervelli scientifici che il nostro Paese potesse vantare: il suo.
È così. Tristemente.
Per fortuna esiste la società civile e ogni tanto nasce un maschio il cui percorso esistenziale gli consente di guardare molto più avanti degli altri. Nel momento in cui scrivo queste articolo, è appena comparsa la notizia relativa al possibile affidamento, da parte del Presidente Mattarella, dell’incarico di governo alla Prof.ssa Elisabetta Belloni o alla Dott.ssa Maria Cartabia.
Due donne profondamente diverse tra loro per storia, formazione, percorso professionale eppure unite da un comune denominatore: l’elevato spessore intellettuale, l’altissima competenza tecnico-scientifica raggiunta nei rispettivi settori, la specchiatezza della loro vita e del loro operato.
La scelta cadrà veramente su una delle due? Ad oggi non possiamo saperlo.Tuttavia, un fatto rimarrà indelebile.
Sergio Mattarella non è soltanto un uomo di indiscussa levatura politica e culturale. E’ anche una persona la cui esperienza umana, unita all’humus sociale ed alla provenienza da quella Sicilia che crede con forza al senso istituzionale, fanno sì che trovi sostanza dove ce n’è. Ed egli desidera farla prevalere, rispetto alla forma con cui si presenta.
Per la primissima volta, dopo decenni di oscurantismo maschilista, ci troviamo davanti ad un uomo che ha visto sostanza e vigore in una forma cerebrale femminile, riconoscendola pubblicamente, senza timore che ciò possa significare una diminuzione dell’uomo nei confronti della donna.
“Senza distinzioni di sesso”, recita l’art.3 della Costituzione. Il Presidente della Repubblica ci sta dimostrando, con le sue scelte, che la dignità è di tutti e non ha sesso.
Da non dimenticare.
Anzi, da emulare.