Carnefici e vittime
È tutta questione di… recupero.
Io penso che la verità non sia di questo mondo. Eppure, penso altresì che sia importante non nascondere ciò che di male accade, ovunque. E a volte, non sempre, il silenzio può essere molto più eloquente di quello che sembra in apparenza.
La sessualità, quando non si esprime secondo le misteriose regole della sua naturalezza, acquista un volto che prima o poi si ritorce contro colui che crede di poterla controllare. E questo è ciò che penso in linea generale, e in particolare all’interno di quelle strutture, come Santa madre Chiesa, nelle quali si cerca di banalizzare questa naturalezza con l’esercizio dell’”io voglio”.
La volontà non controlla completamente le azioni dell’uomo. E questo avviene da sempre, secondo un processo evolutivo che procede verso direzioni spesso oscure ai desideri umani. Quando siamo di fronte ad alcune pulsioni sessuali perverse, come la pedofilia, non abbiamo molte alternative: allontanamento totale, repentino e definitivo da tutte quelle situazioni comunitarie che prevedono la presenza di bambini. Non abbiamo ulteriori opzioni scientifiche, culturali e sociali. Dopo, se vogliamo e possiamo, avremo forse l’occasione di modificare questa malsana pulsione. Dal mio punto di vista, ho qualche dubbio su qualsiasi forma di intervento terapeutico. Ma, è la mia opinione.
Bene, ora, mi sembra, che questo Papa stia cercando di porre rimedio alla situazione. E penso che sia assolutamente consapevole della condizione in cui versa la Chiesa, rispetto a questo problema. Ecco perché sono d’accordo con lui quando afferma quanto sia migliore il silenzio rispetto ad una eccessiva pubblicizzazione, specialmente quando è condotta da coloro che forse non sono d’accordo con la politica del suo pontificato. Anche nella struttura ecclesiastica è iniziata una lenta ed inesorabile rivoluzione interiore, e penso che tutti noi dovremmo rispettare questo processo con attenzione, ma evitando il sensazionalismo che alcuni prelati portano avanti per motivi che probabilmente sono molto più personali di quello che possiamo comprendere noi.
Lasciamo lavorare chi ha ancora intenzione di lavorare. E possiamo riconoscere queste persone nel mare magnum della inutilità politica internazionale: agiscono silenziosamente, operando secondo quelle convinzioni etiche che sono a vantaggio di tutti noi.
Nessuno escluso: vittime e carnefici.