Una Chiesa pedofila?
Questa è la notizia di ieri. Ho deciso che dovevo parlarne, come persona, cittadino, docente, cattolico e cristiano. Tutti punti di vista contemporanei, nel senso che nella mia mente e nel ragionamento che leggerete non si trovano in gerarchia, da un primo ad un ultimo. Sono tutti “primi”, mentre non ne esiste un “ultimo”.
Bene. Partiamo da sempre: crediamo che nelle comunità di esseri umani manifestazioni abusive sessuali siano originali? No, niente affatto. Crediamo di esserci evoluti eticamente, grazie alle tante rivoluzioni, guerre, violenze e terrorismi? No, nemmeno in questi casi. Nonostante le fandonie antropologiche degli illuministi, secondo le quali vige l’idea che la nostra neocortex possa sviluppare un sentimento etico generalizzato; in realtà siamo ancora una umanità gregaria, e niente affatto sociale. Non conosciamo nessuna reale ed autentica forma di solidarietà, ma solo egoismi travestiti secondo i diversi abiti proposti/imposti dalle molteplici religioni, filosofie e tendenze dei vari momenti storici. Rimaniamo animali della peggior specie vivente, perché godiamo nella sofferenza altrui e nella possibilità di fare del male gratuitamente, per il gusto di sottomettere le persone al nostro potere. E se possiamo farlo con coloro che sono indifesi godiamo di più, smisuratamente di più.
E, se le cose stanno come scrivo, perché alcune persone non si comportano così, ossia tendono a governare queste istintualità, e non soggiacciono a ciò che si definisce male, oppure Satana? Perché esiste la possibilità neuro-cognitiva di governare i nostri istinti, che nella mente umana si trasformano in pulsioni, come ricorda la grande e rivoluzionaria teoria freudiana della Psicoanalisi. E le pulsioni sono mediate dall’Io, e governate dal Super-io. E coloro che affermano la presenza in alcuni uomini e donne del diavolo, vogliono mallevarsi dalla loro responsabilità di adulti, dal funzionamento del pensiero critico che la nostra corteccia prefrontale esercita, a partire dai primi anni di vita, seppure in modi ed intensità diverse, rispetto alla vita adulta.
No, non è il diavolo, ma una seria conseguenza di forme educative e stili di vita che si imparano ed attecchiscono in quelle menti che non hanno sviluppato, culturalmente, gli anticorpi necessari a tenere a bada i desideri di dominio. Certo, sono persone malate, che devono essere curate ed allontanate da qualsiasi forma di attività sociale, anche con altri adulti, perché troverebbero comunque il modo di esercitare la loro patologia altrimenti.
E il Vangelo è chiaro: “(…) Chi invece scandalizza anche uno solo di questi piccoli che credono in me, sarebbe meglio per lui che gli fosse appesa al collo una macina girata da asino, e fosse gettato negli abissi del mare. 7. Guai al mondo per gli scandali! È inevitabile che avvengano scandali, ma guai all’uomo per colpa del quale avviene lo scandalo”! (Matteo 18, 6-7) E questo vale per tutti, uomini di chiesa, padri, madri, politici, istituzioni, senza nessuna esclusione.
Ecco perché è giusto cautelarsi e sono d’accordo con la decisione della giustizia australiana, nella speranza che il cardinale Pell possa dimostrare che si tratta di un errore, anche se ci credo poco, e forse sto peccando alla maniera di Andreotti. Ma non scandalizziamoci per quanto tutti noi possiamo essere “scandalosi”, anche se cattolici e cristiani. Certo, dobbiamo allontanare, curare e difendere i nostri piccoli, noi stessi, senza dimenticare che è ancora lontano il tempo della perfezione del Padre che è nei Cieli, anche se sappiamo che la potremmo raggiungere.