Firenze? Una fogna a cielo aperto…
È tutta questione di… decenza.
La notizia conferma ciò che ho visto nella città nella quale ho studiato, e ciò che si continua a vedere. In sostanza, una città irriconoscibile, sebbene e fortunatamente ancora frequentata da turisti di tutto il mondo. Sporca, lurida, quasi abbandonata al buon senso dei fiorentini che pur essendo notevole, in queste condizioni di vita non può bastare né esprimersi al meglio. A parlare con loro, ci si sente rispondere che non ne possono più, di camminare per il centro, fra cantieri della tranvia, ammassi di tappetini di venditori improbabili e abusivi, questua a ogni angolo di strada, e sporcizia. Senza parlare della sparizione dal centro dei negozietti e delle botteghe artigiane di una volta, che rivelavano al turista l’essenza dell’identità fiorentina. Per fortuna uscendo da Santa Maria Novella, la stazione ferroviaria, possiamo ancora ammirare l’omonima chiesa, veduta che ci colma ogni volta di stupore. Ma dove è questo Rinascimento? Al Pitti Uomo? Al Pitti Donna, al Pitti Bambino? Oltre Arno, forse qualcosa è rimasto. Certamente, non in centro, dove ormai i negozi sono gli stessi che si possono vedere a Tokio, New York e Londra.
Bene, questa la dignità fiorentina, senza parlare del capannone e degli immigrati. Quindi, per dare dignità a questi individui, gli extracomunitari, ma non solo a loro, sarà opportuno cominciare a ridare dignità esistenziale ai cittadini, e non solo fiorentini, ma anche a coloro che vedono ancora in Firenze la culla del Rinascimento italiano.
Non possiamo attenderci nulla da una politica che non pensando ai propri cittadini non riesce certamente a pensare ad altri cittadini, che tratta, in effetti, come occasione da sfruttare per ingrassare, ancora una volta, qualche cooperativa. E non solo cooperative rosse, perché in Toscana il Rosso e il Bianco vanno a braccetto da parecchi anni e fanno soldi da molto, assumendo, spartendo e dividendosi le zone e le cooperative da foraggiare a scopi elettorali.
Eppure, questa è la dura realtà di una Regione che, assieme all’Emilia Romagna, avrebbe voluto cambiare accelerando così lo sfascio totale, la nostra Costituzione. Ecco perché sono proprio contento di aver votato NO. Anzi, se potessi, tornerei a votare di nuovo… così, per conferma e divertimento assicurato.