Mammi e babbe, l’insalata gay è servita
Lo abbiamo letto, sentito e visto ovunque: il Tribunale di Roma riconosce l’adozione di una bimba ad una coppia gay. L’adozione è un diritto dell’adottato, e non della coppia che adotta, e questo è il primo punto da chiarire.
Le domande che le persone sensate tendono a porsi in proposito sono numerose: è sufficiente la presenza all’interno di una coppia qualsiasi di una buona relazione affettiva genitore-figlio per educare un figlio? È necessario un modello di riferimento preciso e biologicamente determinato per l’educazione di un figlio? In altri termini, il fatto che vi siano due babbi, oppure due mamme, all’interno di una relazione genitoriale, è positivo o negativo per il figlio? La presenza di un padre maschio e di una madre femmina è utile per il benessere e l’equilibrio psicologico di un figlio?
Consideriamo ora i dati scientifici a disposizione e che conosco io (se ve ne sono altri, dello stesso livello scientifico non lo so) e vediamo come possono aiutarci a rispondere a queste domande.
Vi sono due ricerche scientifiche importanti, che ci forniscono risultati fra loro contrastanti: la prima è quella pubblicata nel 2004 dall’American Psycological Association (Apa) che ha seguito 59 case study, in un arco temporale di 30 anni, concludendo che i figli di genitori omosessuali non sono svantaggiati rispetto a quelli di coppie eterosessuali. La seconda, in netto contrasto con la prima, è apparsa nel 2012 ed è di Mark Regnerus, sociologo dell’Università del Texas, che ha preso in esame 2.988 persone tra i 18 e i 39 anni, compresi 163 adulti cresciuti da coppie di mamme lesbiche e 73 adulti cresciuti da padri gay, con lo scopo di studiare le nuove strutture famigliari degli americani. Il sociologo ha dimostrato che il 12% dei soggetti analizzati pensa al suicidio (contro il 5% dei figli di coppie etero), il 40% (contro il 13%) è maggiormente propenso al tradimento, il 28% si ritrova ad essere disoccupato (contro l’8%), il 19% necessita di psicoterapia (contro l’8%). Inoltre, secondo Mark Regnerus, i ragazzi che vivono con genitori gay sono con maggiore frequenza seguiti dall’assistenza sociale, rispetto ai coetanei cresciuti da coppie eterosessuali sposate. Infine, sono genericamente meno sani, più poveri, più inclini al fumo e alla criminalità.
Entrambi gli studi sono stati ampiamente criticati dalla comunità scientifica mondiale.
Loren Marks, ricercatrice della Lousiana State University, ha pubblicato nel 2012 un articolo sulla rivista scientifica Social Science Research, nel quale critica la ricerca dell’American Psycological Association evidenziandone la mancanza di un campionamento omogeneo e di gruppi di confronto; la presenza di dati contraddittori e l’assenza di anonimato dei partecipanti alla ricerca, assieme alla scarsità dei dati applicabili a lungo termine. La ricerca di Mark Regnerus, ricercatore cattolico, è stata criticata per il suo impianto fazioso, tendente a dimostrare i convincimenti morali e religiosi dello studioso, il quale non aveva tenuto presente l’orientamento sessuale degli intervistati. È stata persino aperta un’indagine interna da parte dell’Università del Texas, con il plauso dei movimenti gay di tutto il mondo, per verificare la scientificità della ricerca e il 29 agosto 2012 la ricerca di Mark Regnerus viene dichiarata valida secondo il paradigma della scienza occidentale, dalla stessa sua Università che aveva aperto l’inchiesta.
La mia opinione, sulla base degli studi e delle ricerche di cui la scienza attuale dispone è che i bambini, nonostante possiedano una enorme capacità di adattamento, sembrano avere una vita migliore quando trascorrono la loro infanzia con padri e madri biologici, che convivono stabilmente all’interno di una stessa casa e, specialmente, se questa unione rimane stabile nel tempo. Quando queste condizioni non sono possibili, l’evoluzione del bambino può incontrare difficoltà, che possono comunque essere risolte nel tempo, anche con l’intervento di aiuti psicoterapeutici.
Per terminare, ritengo che il nostro Parlamento sia composto da persone intellettualmente limitate, perché per l’ennesima volta permettono l’intervento di un altro potere dello Stato nel decidere ciò che dovrebbe essere legiferato. Ritengo inoltre che su questo argomento, prima di qualsiasi decisione giurisprudenziale, dovremmo iniziare a trattare la questione dell’educazione sessuale e della affettività in modo serio e costruttivo. Ma i nostri governanti, tutti e nessuno escluso, fanno petizioni, raccolgono firme ed organizzano feste di partito con il solo scopo di racimolare qualche voto in più e, approfittando della nostra ignoranza, trattano temi di cui poco o nulla sanno.
Almeno ora abbiamo due ricerche sulle quali confrontarci, utili condimenti per tutti i tipi di insalate.