Svegliamoci!
È tutta questione di… equilibrio.
Albert Einstein diceva: “La vita è come andare in bicicletta: se vuoi stare in equilibrio devi muoverti”.
Di questi tempi tentare di trovare un equilibrio nella nostra vita, ossia convincersi che è ancora possibile essere misuratamente giusti, sembra quasi una missione impossibile. Non è affatto così. Tutto sta nel cominciare da qualche parte.
Partiamo da uno dei fattori che apparentemente ci impedisce di essere felici e quindi equilibrati: l‘ansia.
Da questo studio emerge chiaramente la relazione che esiste fra i livelli di ansia e lo stile di vita troppo sedentario.
Questo studio analizza una serie di precedenti ricerche scientifiche che dimostravano la correlazione positiva – ossia una relazione direttamente proporzionale – tra la sedentarietà e l’insorgenza di manifestazioni ansiose.
Quali sono questi atteggiamenti sedentari? Innanzitutto lavorare al computer senza osservare la regola di alzarsi almeno ogni due ore per quindici minuti di pausa; stare troppo a lungo di fronte al televisore, tanto al mattino quanto al pomeriggio, e condurre una vita professionale o casalinga che ci costringe troppe ore seduti.
Un aspetto interessante è la conferma – e uno studio sui nove analizzati lo dichiara apertamente – che i bambini che stanno oltre due ore al giorno di fronte al computer o alla play station corrono il rischio di sviluppare più degli altri coetanei, che hanno uno stile di vita più “movimentato”, una serie di sintomi ansiosi.
I social network ovviamente contribuiscono a sviluppare queste reazioni comportamentali e fisiologiche: avere tanti amici su Facebook non significa sentirsi ed essere meno soli, anzi in molti casi è proprio il contrario. Il rapporto virtuale e non reale con altri essere umani porta ad una comunicazione alienata e all’incapacità di stabilire concrete relazioni sociali con altre persone. Si crea quindi un circolo vizioso secondo cui non si è in grado di vivere concretamente e realmente la disposizione naturale a stare assieme agli altri, diventando così sempre più ansiosi e solitari.
Ecco il paradosso che ci affligge dunque: di fronte ad una facilità di comunicazione, data anche dai numerosi mezzi che la permettono, i nostri bambini e giovani adulti crescono con l’attitudine a non avere rapporti sociali reali con i coetanei. Tra le cause, anche una vita eccessivamente sedentaria che porta a sviluppare reazioni ansiogene che non favoriscono la formazione di sentimenti di sicurezza interiore grazie ai quali il confronto non è fonte di ansia e paure.
Forse una maggiore attenzione all’educazione dei nostri figli e agli stili di vita che ci caratterizzano quando siamo adulti, ci farebbe vivere meno ansiosi e quindi più equilibrati.