Ebbene sì: sono demodé
È tutta questione di… ridicolaggini politiche.
Lo spunto per questo articolo deriva dalla lettura di quanto potete anche voi leggere qui: un articolo dedicato alle cose strane della nostra nazione.
“Strane” per tutte le persone di buonsenso, non certo per coloro che ci governano che di buonsenso mancano: non solo per quanto riguarda la mente ma soprattutto il cuore.
È giusto sgomberare gli abusivi, visto che in questo caso non era stata rispettata la legge. Lo si è fatto, in questo caso, con quella strumentazione efficace che si chiama “ruspa”. Se non si sanano gli abusi con i condoni – atavica consuetudine italiana, prevista e progettata persino prima di costruire abusivamente in qualsiasi luogo italiano -, diventa necessario spostare le roulottes altrove.
La situazione è strana perché in questo Paese agire secondo le concezioni di qualche esponente leghista che fanno leva sulla paura umana – una delle più ataviche e forti emozioni presenti in quella zona del cervello dove si sviluppa l’istinto di sopravvivenza – vuol dire rispettare la legge.
In sostanza, coloro che si esibiscono con proclami per raccogliere voti agiscono nello stesso identico modo di coloro che agiscono, seppure di area politica diversa se non teoricamente opposta, per gli stessi proseliti.
Non vi sono fra le due fazioni partitiche (o tre, o quattro, non importa…), sostanziali differenze: chi proclama avvisa, mentre chi esegue realizza l’avvertimento contendendosi entrambi lo stesso bacino di voti.
La politica in Italia non è più da anni nelle condizioni di parlare ai cittadini sulla base di ideologie partitiche: nel mondo contemporaneo le esigenze globali sono oggi quotidiane. E sono: integrazione, tolleranza, rispetto delle regole, lavoro, futuro e condivisione, etc.
E’ ridicolo oggi parlare a “parti della popolazione”. Possibile che nessuno parli di problemi che riguardano la nostra intera umanità e non solo nella nostra nazione?
Ma forse, pensare alle persone oggi è demodé. Ebbene, io sono demodé.