Fate l’amore… non Chemsex!
È tutta questione di… patologia.
Certo che se i gay delle unioni civili sono come questi assassini siamo messi bene!
Ma non crediate che il chemsex – in voga a Londra e dilagante in Europa – il sesso dello sballo fatto per 72 ore, continuato e senza dormire né mangiare, sia qualche cosa di tipico del mondo gay.
Il sesso chimico è purtroppo tipico di questo mondo sempre più disperato, dove fin dalla giovane età si superano i limiti che una convivenza sociale dovrebbe sviluppare nelle nostre menti.
Queste situazioni estreme sono in perfetta linea con l’assenza di riferimenti etico-morali nella nostra società: le amministrazioni pubbliche, gli ospedali, la politica, la scuola e chi più ne ha più ne metta.
Ma in tutto questo, mi chiedo: le famiglie esistono ancora, hanno qualche possibilità educativa? I genitori possono sperare di produrre qualche concreta conseguenza comportamentale e positiva durante il percorso educativo familiare?
E la scuola – per quanti la frequentano- fa qualcosa?
Per i due annoiati assassini romani, non siamo in presenza di “raptus” ma di stili cognitivi patologici, da cui dobbiamo difenderci: le vittime di questa patologia sono legate ai soldi facili, veloci e divertenti. Notare: ho usato la parola vittima nella riga sopra ma si tratta di assassini efferati. La psichiatria farà il suo mestiere e dirà che vi sono problemi mentali.
Sempre di più stiamo abdicando all’amore, quello vero, quello in cui il corpo è solo lo strumento esteriore per godere di un godimento interiore, di una complicità che affermi la vita, senza negare quella altrui.
E’ possibile tornare indietro? Tornare a fare l’Amore e non Chemsex (anche solo la parola mi da i brividi lungo la schiena…)?
Voi, cari miei lettori, cosa ne pensate?