IMMAGINE PRESA DAL WEBÈ tutta questione di… realtà.

Noi sappiamo, almeno lo sanno tutti coloro che utilizzano il cervello e la mente nelle loro funzioni evidenti,  che la realtà non esiste se non attraverso una costruzione della stessa nella mente di colui che la osserva. E sono molti gli studi neuro-cognitivi che lo dimostrano e lo evidenziano. Certo gli studi, vanno letti, altrimenti si crede che le cose siano realmente come il nostro cervello le ricostruisce sotto forma di modelli e rappresentazioni che chiamiamo, appunto, realtà.

Questa premessa è utile a chiarire, una volta per tutte in questo blog, che le lamentazioni infantili dei maschi che si sentono vittime della violenza femminile, come se fossero indifesi di fronte alla loro scelta di frequentare streghe contemporanee, sono, dal mio punto di vista, ridicole manifestazioni di individui monolitici. Che esista violenza nel mondo femminile, specialmente in quello adolescenziale (sempre in costante escalation verso pratiche aggressive esasperate), e che sia sempre esistita, non meraviglia nessuno, ma che si possa credere in una maggiore espressione di questa violenza contro i maschi a livello mondiale mi sembra davvero una esagerazione.

Quindi, coloro che si accorgono in tarda età di essersi accompagnati con una femmina violenta sono in stato di sofferenza mentale esattamente come quelle femmine che credono di redimere, con spirito missionario, la violenza del maschio. Esistono avvisaglie nel comportamento che fanno comprendere con chiarezza la natura concreta sottesa a comportamenti di coppia patologici, tanto maschili quanto femminili e coloro che permettono, maschi e femmine, violenza ed aggressioni “si meritano” tali comportamenti.

Si meritano? Sì, perché se al primo dito che si alza, maschile o femminile, non si incontra il partner/la partner che telefona ai carabinieri, significa che si vede la realtà costruendosi un’idea diversa del rapporto reale di coppia. E poiché, come ho scritto più sopra, la realtà è una costruzione neuro-cognitiva nella quale prendono forma le nostre convinzioni, è bene verificare, assieme ai carabinieri, se la violenza è vera, presunta, ossia meravigliosamente costruita. E si badi bene, la violenza non è lo schiaffo finale, l’aggressione omicida, perché la violenza reale è l’insieme degli atteggiamenti e comportamenti quotidiani che costituiscono questa escalation sino al suo culmine. Ho già scritto in questo blog che il “raptus” è una fandonia scientifica, perché è raro impazzire di colpo, senza che si possa cogliere nel comportamento di una persona qualche avvisaglia precedente.

Questo vale tanto per le femmine, quanto per il maschi.

Quindi, care femminucce e cari maschietti, cerchiamo tutti di maturare, una volta per tutte, ossia di comprendere che siamo deboli, fragili e davvero stupidi individui, specialmente quando crediamo di enunciare una “verità sacrosanta” affermando che esistono vittime e carnefici perfettamente separabili.

La realtà mentale di tutti noi è che in ognuno di noi abitano il male ed il bene, perfettamente confusi e solo un rapporto di coppia severo e razionale potrà chiarire il nostro modo di amare il peggio di noi, che vogliamo troppo spesso riconoscere solo nell’altro/a.

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