Quanto vale la vita umana singola?
È tutta questione di… disponibilità mentale.
È oramai il secondo anno che ho la fortuna di lavorare in Colombia, e la mia mente, per un’ampia serie di sollecitazioni culturali, metodologiche ed esistenziali è costretta a considerare diversamente le proprie convinzioni.
In effetti, ognuno di noi alimenta in sé la credenza generale di poter interpretare i fatti del mondo, e dunque di poterli valutare, come se le proprie considerazioni fossero accettabili per l’universo mondo. Eppure, l’universo mondo, che non è rappresentato dai social network, ma dalla possibilità di vivere concretamente la vita quotidiana in altre culture, è davvero universale, dunque generale e profondamente diverso dalle credenze proprie della nostra cultura.
Per esempio, la nostra idea di vita singola e di individuo, dotato di diritti inalienabili, non è qualche cosa di universalmente riconosciuto. In alcuni contesti culturali, la vita singola, dell’individuo come tale, non vale niente, mentre il gruppo è l’unica ragione per cui valga la pena di esistere. Il gruppo possiede una ragione super-individuale, un valore che supera le richieste individuali, che possono tranquillamente, senza nessun giudizio di valore morale, superare quelle personali. Le esigenze di vita individuali non contano come quelle del gruppo, in nome del quale anche la vita del singolo non possiede un significato in quanto tale, ma solo in funzione del gruppo.
Ecco perché, in queste culture, la morte del singolo non assume quel significato che possiede nella cultura occidentale europea. Per noi, la vita individuale ha maggior valore di quella sociale, quella culturale, per cui le esigenze del gruppo devono adeguarsi a quelle del singolo.
Quando accade il contrario, inevitabilmente, una mente occidentale come la mia, abituata anche a mettersi in crisi per metodo di indagine, non può non domandarsi quale significato abbia il valore che attribuiamo al singolo individuo rispetto al valore che attribuiamo al gruppo sociale di appartenenza.
Bene, attualmente non sono nelle condizioni di rispondere, e scrivo su questo argomento nel blog per leggere, eventualmente, qualche vostra opinione. Credo che sia utile, e non solo per me, confrontarsi su questo tema, specialmente in questo periodo storico mondiale, all’interno del quale siamo indubbiamente in crisi rispetto a tali concetti, all’individuo, ai suoi diritti e doveri in quanto tali, e al gruppo, alla società, intesa come salvaguardia del gruppo stesso.
Attendo, così, di leggere le vostre opinioni.