Maschio italiano? Rovinato…
È tutta questione di… benessere.
Al di là della notizia in sé, comunque significativa, le mie considerazioni sono legate alla lettura antropologico-mentale del dato, specialmente in riferimento alla pubblicità che ogni giorno ci è proposta. Quella che mette in relazione il maschio decerebrato e l’auto, e i dati di Eurostat confermano che la tendenza italiana va in questa direzione.
In altre parole, se non si possiede un’auto che costa quanto un appartamento, che è svalutata di quasi la metà appena esce dal concessionario, e che non palesa al mondo quella superiorità apparente che nasconde una inferiorità sostanziale, non si è veri maschi. Almeno, questa è la comunicazione pubblicitaria e non voglio dire che tutti i possessori di Suv siano in queste condizioni mentali, anche se, nella mia sporadica frequentazione di persone che possiedono tali tipi di auto, posso affermare che molti sono in queste situazioni mentali.
Rovinati mentalmente, e certamente si comprende il perché, questi maschi, ma penso anche femmine, abbiano difficoltà a migliorare le proprie condizioni neurofisiologiche, elevandole verso un impegno in cui il meglio del proprio cervello è inversamente proporzionale alla cilindrata della propria auto. E non voglio tirare in ballo papà Sigmund, altrimenti le considerazioni, soprattutto di natura sessuale, potrebbero essere ancora più pesanti.
Certo, un augurio posso farlo a tutti: andate a visitare qualche museo in più, comprate qualche libro che possiate leggere con avidità, e forse abiti, cibo e auto saranno considerati per quello che valgono, ossia espressioni di mera vanità.