La demenza gender
È tutta questione di… intelligenza.
E questa notizia proprio ci voleva, nel senso che, effettivamente, si era presa una china a dir poco ridicola; strumentale alla raccolta di voti, tanto in Italia e, secondo me, quanto nel mondo.
Che diventi un problema di identità andare in un bagno pubblico è semplicemente assurdo e, sempre dal mio punto di vista, persino lesivo del libero arbitrio individuale. Mi spiego meglio.
Se una persona, in base al sentimento autoidentitario che nutre, decide di andare nel bagno delle donne, anche se sessualmente maschio, non vedo perché non possa entrarvi. Se qualche donna ha problemi, che sia questa a cambiare bagno. Altrimenti, se il maschio sessualmente tale, con identità transgender, desidera recarsi nel bagno dei maschi, che lo faccia pure. Stessa sorte per le donne, altrimenti cambino bagno.
Semplice. Che ora diventi un problema nazionale, politico, la scelta di un bagno al posto di un altro, mi sembra davvero un’assurdità! E dimostra come l’evoluzione mentale, tanto dei transgender che rivendicano simili pretese, quanto dei politici che danno loro corda, sia a livelli decisamente critici, se non addirittura ferma.
In conclusione, la libertà di esprimere la propria identità è prima di tutto nella mente di coloro che la vivono con serenità interiore, e se tale serenità è autentica, sarà trasmessa esternamente come qualcosa di naturale.
Tutto il resto è solo tristezza cognitiva.