Che grande terra… ma i siciliani?
È tutta questione di… menefreghismo.
Tutti i miei lettori sanno quanto ami la Sicilia, come sanno che la frequento oramai da anni. In effetti, se dovessi limitare troppo le mie discese nell’isola (questa veramente famosa, rispetto a quella farlocca televisiva…) potrei ammalarmi di tristezza e nostalgia, qui al nord.
Ecco perché questa volta ho deciso di pubblicare la lettera di questa giovane laureata siciliana, amante dell’istruzione e della cultura, nel suo più nobile ed ampio significato antropologico. Lascio a voi considerare quanto leggerete, e spero che qualche illuminato politico della cittadina cui si fa riferimento abbia l’intelligenza e la volontà di fare qualche cosa. Oggi, l’intelligenza politica è cosa assai originale e spesso determinante per il benessere dei cittadini.
“Sin da quando ero piccola ho sempre nutrito un amore profondo per la biblioteca della mia città, l’odore dei libri vecchi, ingialliti dalla muffa e la polvere sulle dita mi hanno sempre affascinata fino a che, alla fine del 2014, ho proposto al mio relatore l’argomento su cui avrei voluto sviluppare la mia tesi di laurea: l’identità visiva della Biblioteca Comunale di Sciacca.
Ho portato avanti il mio progetto parallelamente alla sistemazione e ai lavori di pulizia della biblioteca, affiancando anche altri volontari e la direttrice Elina Salomone. Abbiamo ridato vita a questi luoghi il 4 ottobre 2015 presentando alla cittadinanza e alle istituzioni un nuovo luogo di cultura e non più un luogo in cui si accumulava solo la polvere. Un luogo in cui era possibile per chiunque studiare e trascorrere ore piacevoli insieme ad altri ragazzi che avevano oramai a cuore la loro biblioteca. Ho discusso la mia tesi il 16 marzo 2016 convinta che finalmente qualcosa nella mia città stesse cambiando.
Ma purtroppo prima o poi dai sogni bisogna svegliarsi e forse non tutti sono realizzabili.
L’umidità, le infiltrazioni d’acqua, l’intero impianto elettrico obsoleto e i cedimenti strutturali sono nemici dei libri e della sicurezza e hanno indotto, il 7 dicembre 2016, la chiusura precauzionale di un luogo che finalmente aveva rivisto lustro dopo anni di buio culturale. Ad oggi la biblioteca comunale è ancora chiusa al pubblico, sono garantiti solo i servizi di prestito e consegna, non esiste più l’aula studio, non esiste più quel gruppo di ragazzi che si incontrava ogni mattina e ogni pomeriggio, non esiste più cultura. Ciò che preoccupa di più è lo stato in cui versa l’intero fondo antico formato da libri di inestimabile valore, libri religiosi, edizioni cinquecentine, incunaboli: l’umidità e i pesciolini d’argento stanno rovinando l’intero patrimonio librario.
Abbiamo scritto una lettera chiedendo al sindaco l’impegno di riaprire i locali entro l’estate, il trasloco in un luogo più idoneo, individuato nell’istituto Sant’Anna sempre sito in Sciacca; abbiamo incontrato la Sovrintendenza di Agrigento per stimare i danni del patrimonio librario e della struttura che ammontano a circa €. 100.000.
È calato un silenzio assordante sulla questione e questo è totalmente ingiusto! È ingiusto per i volontari che hanno impiegato qualsiasi mezzo a loro disposizione per ridare vita alla biblioteca, è ingiusto per la cittadinanza, è ingiusto per le nuove generazioni. La biblioteca di Sciacca deve riaprire, deve trovare un posto sicuro: deve rivivere” (Ambra Favetta).