Grandi inventori
È tutta questione di… inciviltà.
Noi italiani siamo conosciuti in tutto il mondo per la nostra grande Arte.
Da sempre siamo noti come inventori, geni creativi e indiscussi affaristi del saper vivere bene.
Ogni tanto, riguardando i film di Totò, sorrido davanti ai caratteri umani che il Maestro italiano rappresentava con estrema efficacia. Costumi e protagonisti, che mettevano in scena la geniale fantasia con cui si stava ricostruendo l’Italia. Ogni personaggio, una invenzione, una visione. Ecco gli italiani: individui pronti ad interpretare la legge e le regole a proprio vantaggio.
Le urla e la forza sono simboli del nostro Dna. Resistenti e intraprendenti, noi italiani siamo da sempre un popolo fantasioso. Una meravigliosa immaginazione, anche se la meraviglia dipende da come la si utilizza. Quando la finalità è nuocere, allora è importante tornare alla realtà.
Tutti noi sappiamo che la verità emerge lentamente, a meno che non sia illuminante e quindi appariscente persino nella sua crudezza. E spesso, abbiamo così scoperto che la storia delle cose di questo mondo è costruita attraverso una serie di menzogne utili a qualche cosa, oppure a qualcuno.
In questo caso, si fa appello ad un modello comportamentale che certo è presente nella realtà, ma che soprattutto è funzionale a passare da vittime e attirare l’attenzione.
Perché avviene questo? Perché non siamo ascoltati e abbiamo bisogno di parlare, di raccontare i propri desideri e le proprie paure. Siamo nati per questo: comunicare noi stessi e le nostre avventure. E quando non lo possiamo fare, siamo pronti a tutto per poter sollecitare l’attenzione. Cosa siamo capaci di fare per riuscire ad esserci! Penso che, aldilà della vendetta, il nostro protagonista abbia voluto un’occasione per apparire sui social.
Maroni dice che la realtà supera la fantasia. Beh, direi che forse lui stesso è una triste fantasia, e che ogni giorno trasforma la nostra realtà rendendola più triste ancora. Pur di apparire siamo pronti a sacrificare una parte di noi. Una mano ferita può far presa sull’emotività di una persona, al pari di qualsiasi altra parte del corpo.
Forse abbiamo perso il valore delle cose, e un posto di lavoro conta meno di una stupida vendetta.