Cosa vogliono gli italiani?
È tutta questione di… coerenza.
Le ultime rilevazioni Demopolis confermano il trend di positiva percezione, da parte degli italiani, del nostro attuale Esecutivo.
Pur riconoscendo che tra i due partiti di Governo v’è una dialettica talvolta forte, tuttavia i cittadini sono fermamente convinti della bontà del Governo Conte, soprattutto per quanto riguarda le scelte strategiche e, per questo motivo, si ritiene che questa stagione politico istituzionale debba proseguire. Naturalmente, in quanto mera rilevazione statistico-fotografica, il sondaggio non spiega le ragioni di così robusto consenso intorno al Premierato del Prof. Conte.
Tuttavia, la motivazione è estrapolabile confrontando due dati che il sondaggio evidenzia: la netta fiducia degli italiani nel Governo, e l’altrettanto netta opinione per cui il PD potrebbe vivere un suo rilancio soltanto se avesse la “capacità di ritrovare sintonia con le attese degli italiani”. In altre parole, le persone intervistate e che rappresentano un campione della popolazione italiana avente diritto di voto, ci stanno comunicando qualcosa di ben preciso: l’attuale patto di Governo deve essere sostenuto e procrastinato perché sa raccogliere, canalizzare istituzionalmente e tradurre in viva azione politica le aspettative degli italiani.
Possiamo pensarla come vogliamo, ma i numeri parlano con grande chiarezza ed in modo univoco. La coalizione formatasi all’indomani del 4 marzo 2018 e guidata dal Prof. Conte deve continuare ad esistere, perché ha saputo ritrovare una sintonia con i cittadini che governa. E mi pare proprio che si tratti di un ragguardevole risultato, soprattutto in considerazione della profondità del solco che i precedenti governi Monti – Letta – Renzi – Gentiloni avevano tracciato con la popolazione.
Oggi possiamo guardare ad un Governo che, a prescindere dalla fisiologica divergenza che corre tra le forze che lo compongono ed, anzi, corroborato dalla dialettica che lo caratterizza, sa dare risposte concrete in termini di sostegno alla società, di sicurezza, di misure agevolative per l’impresa e, quindi, anche per il lavoro.
Sento spesso dire che questo Governo si regge sul consenso a Salvini perché sa porsi come il buon pater familias cui affidarsi, oppure perché si basa sul ruolo di uomini forti cui noi cittadini deleghiamo le nostre responsabilità per un’atavica incapacità individuale, tutta italiana, di farci carico della vita. È l’esatto contrario. Abbiamo scelto con senso di responsabilità le persone che sapevamo ci avrebbero traghettato fuori dalla palude in cui la sinistra ci aveva gettato. Tutto ciò deve fungere da monito per l’imminente tornata elettorale europea. In effetti, perché non far salire di livello istituzionale l’esperienza italiana, così da offrire all’Europa la chance di un autentico cambiamento?
Credo la risposta sia in sé. Abbiamo l’opportunità di darci una fisionomia europea davvero rispondente alle istanze di chi popola questo continente.
Non disperdiamola.