Viva la prostituzione!
Sono completamente d’accordo su questa proposta, anche se proviene dall’intelligenza di un esponente del #PD.
In realtà, è probabile che qualcuno di questi politici sia realistico, anche se in questo caso, trattandosi di un Sindaco, l’intelligenza è evidente rispetto ad altri luoghi istituzionali – ma questo è un altro discorso ancora.
Da sempre, ossia da quando la nostra specie ha compreso che attraverso il piacere sessuale sarebbe stato possibile ricattare esistenzialmente il partner attirandolo a sé, esiste la prostituzione, tanto femminile quanto maschile. Questa è la spiegazione primatologica di tale pratica.
Se è così, è chiaro che il problema è costituito da coloro che si fanno ricattare dalla pratica sessuale, ossia coloro che desiderano, anelano e vogliono esprimere la propria sessualità attraverso il pagamento in denaro, e per una serie di motivi di cui non mi interessa parlare. Allo stesso modo, penso che debbano essere profondamente rispettate le persone che si dedicano, di loro sponte, all’esercizio commerciale del proprio corpo. In fondo, in molte alte istituzioni mondiali, accanto alla consueta e ben camuffata prostituzione sessuale, si esercita quotidianamente, anche nei corridoi, quella mentale, intellettuale senza nessuno scandalo.
Certo, il fatto che si possa provare piacere da un atto che mette in contatto tutti gli esseri umani nella loro nudità, come la sessualità, e si possa ricavare occasione di stupro, dominio, violenza, ricatto ed altre meraviglie è un fatto concreto e più una morale moralista tenta di negarlo, più la cosa continuerà a funzionare.
Sono d’accordo quindi con il Sindaco di Bolzano, per tutta una serie di ragioni che giacciono ancora nel Disegno di Legge 1201 del Senato, firmato trasversalmente nel 2014 da diversi senatori e al quale ho collaborato anche io come consulente scientifico.
Invece di punire i clienti, con sanzioni assurde e decisamente inutili, perché non agire sulla domanda? Perché non chiedersi quali sono le possibili azioni educative per mettere tutte le persone nelle condizioni di scegliere come gestire la propria sessualità? No, questo sarebbe un investimento troppo importante, e nel quale, non solo la scuola, ma la società tutta, dovrebbe intervenire per scoprire quali sono le idee nascoste che serpeggiano nella mente di tutti. Chiedersi queste cose potrebbe aiutare tutti noi a comprendere meglio la natura delle costanti e continue violenze sessuali e mentali che avvengono fra le mura domestiche delle cosiddette belle famiglie italiane.
Invece no, viene presentata persino una proposta di legge, la 3890, alla Camera dei Deputati, prima firmataria l’On. Caterina Bini, nella quale è evidente l’ipotesi che tutta la prostituzione italiana sia espressione del racket, introducendo, moralisticamente ed ipocritamente, sanzioni e persino la reclusione a coloro che frequentano i sex worker, come si chiamano oggi, secondo la mania dell’inglese imperante.
Ci vuole una reale educazione affettiva, generalizzata ed universale in questo nostro strano e meraviglioso mondo umano, all’interno del quale la dimensione sessuale possa essere intesa come espressione di una maggiore autonomia, di una reale scelta senza costrizioni.
Certo, bisognerebbe dare da mangiare a tutti, e togliere un poco di pane a coloro che mangiano solo dolci.