Donne cacciate e sparite!
È tutta questione di… civiltà.
Non volevo credere a quello che stavo leggendo.
Voi tutti che frequentate questo blog, sapere quanto cerchi di essere equilibrato e solo raramente mi capiti di perdere l’atteggiamento di cautela e di prudenza, anche quando esprimo giudizi forti. Eppure, in questo caso, penso che davvero le cose stiano andando male, e non dal punto di vista della cultura di appartenenza, ma da quello dell’umanità intera. Ritengo che la sparizione delle donne, con tutto ciò che esse significano per l’evoluzione della nostra specie e il suo consolidamento, sia qualche cosa di aberrante e di molto grave.
Ma nei confronti delle donne accadono cose ben peggiori di questa, e il tutto il mondo peraltro. Ritengo che episodi di questo tipo debbano, assolutamente, essere fermati e a persone di tal fatta, inqualificabili anche dal punto di vista mentale, debba essere tolta la licenza di pubblico esercizio. Senza contare il fatto che dovremmo noi applicare a loro il divieto di frequentare le strade di un Occidente, anche se francese. Non voglio tuttavia scrivere ciò che penso della Francia, specialmente quella post-illuminista… che quasi nulla spartisce con l’importante rivoluzione culturale e sociale che il grande movimento filosofico settecentesco ha diffuso nel mondo.
Sapete anche che sono tollerante, e non potrei essere diversamente, dal momento che credo nell’antropologia, sia come scienza che come stile cognitivo ed esistenziale. Ma è importante salvaguardare il diritto a non essere giudicati negativamente da nessuno, a meno che non siamo noi stessi a sottoporci ad un esame, volontariamente, e dunque ad un giudizio. Accogliere significa essere accolti, e questo vale per tutti, secondo un principio di reciproca solidarietà. Quando questo non avviene, è abbastanza semplice: si espellono persone di questo tipo. Non è necessario discutere oltre.