La Francia e i suoi schiavi immigrati
È tutta questione di… miseria.
So che per alcuni di voi potrà risultare faticoso questo link, perché si tratta di un’intervista un po’ lunga. Però, penso anche che, se vogliamo davvero conoscere la situazione africana e il perché siamo in questa condizione generale, riferendomi all’immigrazione in Italia, e quindi in Europa, si debba ascoltare questo signore.
Qui, scopriremo una verità ben conosciuta a livello mondiale, accettata, voluta e perseguita dalla grande Francia illuminista, quella della fraternità, libertà e legalità. Certo, solo a parole. Perché la Francia, forse da sempre, è piena di parole e poverissima di fatti, specialmente nelle sue colonie storiche, nel suo rapporto con gli africani, pur presentandosi al mondo come esempio di civiltà e progresso.
La Francia sfrutta, sottomette e utilizza, senza nessuna remora civile, senza qualsiasi forma di rispetto per le persone, da secoli il continente africano e lo fa impunemente. Continua a farlo, e la Libia degli ultimi anni è il frutto della sua politica, alla quale è asservita, per giochi elettorali ed economici, questa fasulla Europa.
Come al solito, i soldi sono l’origine di tutto, e anche la fine di tutto. Alimentano presidenti africani asserviti ai colonialisti, e promettono al popolo la resurrezione in qualche Paese europeo, mentre l’importante è mantenere soggiogati economicamente gli africani, impoverendoli sempre più, e arricchirsi grazie alle loro materie prime. Questa è la realtà, e lo sanno tutti i governi, i quali, in misura diversa, sono tutti responsabili di questa situazione. Lo sa l’Onu e lo sa l’Unione Europea, come gli Stati Uniti e la Cina. Tutti, senza nessuna esclusione, e con la compiacenza di un livello di corruzione della politica africana inimmaginabile.
In tutto questo, ecco che si manifesta la “deficienza cognitiva” della nostra pseudo-sinistra italiana ed europea: una sorta di finti liberatori di quella schiavitù che alimentano economicamente da sempre, anche loro, come tutti noi, del resto e purtroppo. Allora, c’è chi prende i gommoni e conduce spedizioni liberatorie ridicole e patetiche; chi si va a fare il proprio funerale sotto forma di défilé in qualche nave della guardia costiera; chi pontifica da qualche finestra, dimenticando di regimentare le spese dei propri cardinali (alcuni di loro arrivano a 25.000 Euro il mese…); chi attacca un Ministro degli Interni che sequestra le persone che fuggono dal sequestro programmato e storicamente condotto dai potenti del mondo.
Insomma, la fiera dell’ipocrisia, della mistificazione, dello scandaloso che diventa regime politico e sociale.
Ecco, penso che dovremmo tutti tacere e fare davvero qualcosa per rispettare i nostri fratelli africani, secondo un principio antropologico-mentale di base, biologicamente determinato: ogni popolo ha il diritto sacrosanto di autodeterminarsi nel territorio in cui nasce e si sviluppa. Nessun popolo desidera allontanarsi dalla propria terra, specialmente quando è ricca.
L’Africa è soggiogata, sottomessa e resa in schiavitù da sempre, e da tutto l’Occidente. E che i nostri “sinistrati” vadano in Africa, facciano politica lì, senza fare i finti missionari altrove, in qualche cooperativa con le magliette tinte di quel poco di rosso sbiadito che rimane nella loro impoverita coscienza sociale, sarebbe cosa opportuna.
Magari, potrebbero anche rimanerci, a torso nudo, senza magliette colorate.