commissione-europeaÈ tutta questione di… ritorno al presente.

Pochi giorni, e vogliono la risposta. Certo, era ovvio che sarebbe partita una letterina.

Ci può consolare, ma non so se valga sempre il detto “mal comune, mezzo gaudio”, che dovrebbero partire altrettante letterine, e dello stesso tenore, per la Francia, il Belgio e Cipro. Tutti colpevoli di non aver rispettato il criterio del debito nel 2018, secondo l’articolo 123.3 del Trattato di Maastricht. Certo, questi altri Paesi versano però in una situazione meno grave della nostra.

Quali conseguenze può provocare negli italiani questo invio?

Un rafforzamento notevole, sempre in crescendo, del leader leghista. Inevitabilmente, perché aumenta il sentimento anti-europeo, senza contare che questa Europa ha bisogno dell’Italia. E teniamo presente che il M5S siederà in un gruppo diverso, in Europa, rispetto al gruppo presso il quale siederà, invece, la Lega. Quindi, sia Lega che M5S, che possiamo definire entrambi euroscettici, hanno un modo diverso di considerare ed esprimere questo scetticismo.

Seconda conseguenza. Salvini sa benissimo che l’Europa non può certo accettare le sue negazioni, mentre per lui, questa negazione, sarà utilissima per continuare la campagna elettorale in patria, ma rivolta verso quell’Europa che non si riesce a cambiare, nemmeno dall’interno.

Intanto, in questa situazione, sono i cittadini italiani tutti a farne le spese. In realtà, questa Europa è tutt’altro che unita, perché ogni Paese pensa al proprio interesse economico e politico come a un imperativo economico, poiché gli imperativi etici di matrice kantiana sono praticamente dimenticati. Da tempo, forse troppo tempo. E questa classe politica non sa nemmeno chi sia stato Emmanuel Kant.

Dunque, non abbiamo molte speranze. Forse, una. Chi? Conte, che nel suo essere un uomo equilibrato, potrà reclamare di sedersi al tavolo del  negoziato, perché comunque non si può fare a meno dell’Italia, con la sua industria manifatturiera e i suoi contributi al bilancio comunitario. E Macron deve prestare attenzione, assieme alla Merkel, ai problemi politici interni, anche se la Le Pen non andrà mai all’Eliseo, perché i gilet gialli non hanno terminato la loro campagna.

In tutto questo, la posizione del M5S quale potrebbe essere? Mantenere in sella Di Maio che, di certo, ha imparato una cosa importante: a governare nella compromissione, nei trabocchetti, fra tradimenti e false promesse, degli altri e forse persino di qualcuno dei suoi. È agli inizi, ma diamogli tempo.

Salvini lo ha avuto, e lo sa far fruttare meravigliosamente.

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