Fuoco umano
È tutta questione di… malvagità.
In questa Italia bruciano i boschi e bruciano le persone.
In realtà, si ha l’impressione che stia bruciando l’intero mondo. Il fuoco, lo sappiamo, distrugge tutto, il bene e il male. Non rimangono altro che cenere, ricordi, desideri e fantasie. Il resto, la sostanza della stessa vita, viene completamente eliminato. A volte rimane, se la mente funziona discretamente bene, la memoria di coloro che sopravvivono, e possono permettersi di ricordare com’era il mondo prima di tutto quel fuoco.
Come si apprende in questa notizia, il voyeur lascia che tutto accada, che tutto rimanga sotto i suoi occhi, perché non ha il coraggio di partecipare a ciò che vede, sia fermando gli eventi che incoraggiandoli.
È il pavido, l’accidioso, l’inutile servo, come tutti, ma a differenza di tutti, egli non serve a nessuno.
Quando bruciano i boschi brucia la vita intera, e quando brucia una vita brucia l’intera umanità. E bruciamo anche noi, quando leggiamo che esistono individui registi della morte altrui, e che vivono in uno stato costante e continuo di alterazione di coscienza. Come se fossero loro stessi i personaggi di una storia inverosimile, irreale eppure concreta.
Non è la prima volta che leggiamo dell’esistenza di questa tipologia umana, e temo che purtroppo non sarà nemmeno l’ultima, visto il ruolo che hanno i concetti di vita, futuro ed umanità. Ieri sera ho terminato di guardare la miniserie dedicata alla vita di Jeffrey Epstein (Netflix). Nonostante provassi un notevole sentimento di disgusto, per ciò che stavo vedendo ed ascoltando, ho voluto terminare la visione. Era giusto che conoscessi ciò che il potere e il denaro provocano in alcune fragili e patologiche menti. Inoltre, penso che entrambi, il potere il denaro, possano portare chiunque a situazioni mentali patologiche, anche coloro che credono di esserne immuni.
Ma la questione fondamentale, per cui in questo articolo associo le vicende di questo potentissimo signore del mondo, con i boschi che bruciano, le persone che si danno fuoco, quelle che filmano a distanza e lasciano che la morte sopraggiunga, è un’altra.
Per la mente umana, il potere e il danaro sono indissolubilmente associati, e quando non lo sono si presentano come contigui, adiacenti. Rappresentano un problema quando esistono in grande quantità, oppure quando sono assenti in egual misura. Se le nostre azioni sono governate dal desiderio di potere sfrenato, associato all’accumulo quasi illimitato di denaro, non facciamo altro che dimostrare la nostra inettitudine esistenziale. E se pensiamo a questi due elementi della vita materica in questi termini, significa che stiamo alimentando una sperequazione socio-culturale, dunque esistenziale, talmente pesante da creare persone voyeuristiche, che bruciano i boschi, oppure bruciano se stesse dalla disperazione, o peggio guardano e filmano quelli che si auto-incendiano.
Non penso che si tratti di una questione prettamente individuale.
Ciò che non vogliamo comprendere, o quantomeno penso non vogliono assolutamente comprendere i veri potenti del mondo, che governano i politici marionette al loro servizio, è proprio questo: la singolarità dell’individuo esiste in quanto inserita nella pluralità, perché non esiste un’identità personale che non sia anche condivisa culturalmente.
Dico spesso ai miei studenti che siamo tutti “isolati e connessi“, e l’ho scritto anche in questo blog.
Bene, penso che io debba aggiungere che stiamo diventando anche “malati e sconnessi”.