È tutta questione di… limiti universali.

Partiamo da questo articolo, e facciamo brevemente alcune considerazioni generali ed antropologico-mentali sulla questione.

Come avete letto nell’articolo, il Ministro Salvini sostiene che i termini “mamma e papà” sono le parole più belle del mondo. Secondo me penso che dipenda dal tipo di genitori che si hanno, (questione misteriosa per coloro che hanno fede, e determinata per lo più dal caso, per coloro che ne hanno meno). Da parte mia, come ben sa chi mi legge, io sono contrario all’adozione di bambini da parte di coppie omosessuali. Ho ben chiarito il perché in passato: mi rifaccio a particolari indagini scientifiche che sono facilmente reperibili in rete. In sostanza ritengo, proprio come antropologo della mente, che sia fondamentale pensare in termini biologico-evolutivi, quindi attribuendo la priorità di uno sviluppo mentale adattativo ai figli, lasciando perdere gli egoismi genitoriali.

Ed i genitori, lo sappiamo bene, anche quando non vogliono ammetterlo a sé stessi e agli altri, per una sorta di pudore etico-sociale, sono tali perché realizzano nella prole ciò che non sono stati loro, nella loro vita. In breve, sperano di veder realizzato nei figli ciò che avrebbero voluto essere loro. Dunque, al di là di un reale ed effettivo amore verso i propri figli (spesso, ma non sempre ricambiato dai figli stessi…) l’espressione della vita, come procreazione tra il maschile e il femminile, segue dinamiche ed esigenze che oltrepassano la propria coscienza personale.

Ecco perché, condivido appieno la decisione di mantenere questi due nomi, “mamma e papà“, e penso che gli omossessuali che desiderano avere un figlio, rimanendo omossessuali, non debbano appropriarsene. Nella vita, sia per scelta che per condizione, vi sono conseguenze legate alla propria identità, e si tratta di conseguenze che biologicamente rientrano in quel mistero esistenziale che richiede l’adeguamento della propria volontà egoistica, al meglio della specie umana.

Un meglio che spesso, per non dire “sempre”, l’umanità stessa non sembra vedere né considerare, proprio in nome della megalomania ossessiva che possiede verso la propria autodeterminazione.

Esiste anche una etero-determinazione, che si voglia oppure no.

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