Bibbiano e la capitana
È tutta questione di… terrorismo psicologico.
Una delle ultime notizie su #Bibbianopoli è questa. E, secondo me, tale situazione è legata a questa ulteriore notizia, anche se in apparenza non sembra.
Arrivo subito al punto.
Lo scandalo di Bibbiano, che ora sta emergendo anche a livello nazionale, su quasi tutti i media, e forse grazie alla rete, dimostra due cose: a) dei bambini non importava a nessuno, a nessun degli adulti coinvolti, mentre erano considerati esclusivamente nel loro valore di scambio, come una merce; b) ed ora non si tratta di difendere i bambini, ma di difenderci da questi deviati statali che dimostrano a tutto il Paese la cloaca nella quale siamo caduti, e nella quale stentiamo a non affogare, credendo di esserne invece al di fuori.
Circa la nostra capitana? Siamo di fronte alla stessa situazione antropologico-mentale: a) dei migranti non importa a nessuno, e tanto meno a coloro che vivono su questa miseria, all’interno della quale (ed è onesto dirlo, una volta per tutte…) anche l’Occidente sguazza da secoli; b) ed ora si tratta di difendere le persone oneste, eticamente legate al benessere di tutti, senza distinzione di etnie, liberandole dall’ipocrisia europea, nella quale siamo tutti immersi e che non porterà nulla di buono.
Questa è la mia analisi, e, sempre secondo la mia opinione, stiamo assistendo in questo periodo storico italiano, ma anche mondiale, allo sviluppo di questi due atteggiamenti, ossia al costante e continuo tentativo di rendere gli esseri umani merce di scambio. Così, ogni individuo introietta l’idea, che è una sensazione ed una realtà, di rappresentare un disvalore, nelle sue prerogative specie-specifiche. Stiamo sottomettendo alla volontà burocrate e politica qualsiasi sviluppo della specie stessa, come se noi tutti, esseri umani, in quanto tali, non avessimo il diritto di pensare ed agire al di fuori del volere mondiale.
Ecco perché collego questi due fatti. Sono intimamente legati a questa progressiva delegittimazione dell’essere umano come specie, affinché passi lentamente l’idea che ogni espressione di autotutela, di affidamento ai propri organismi statali e nazionali, debba essere superata, in nome di interessi di cui nessuno vede i risultati migliorativi.
Insomma, si devono creare nuovi morti, e certamente questi non possono essere coloro che caldeggiano la morte altrui. Loro resteranno salvi, perché su questi morti, sia reali che metaforici (come le famiglie di Bibbiano, o le famiglie africane non immigrate e quelle che affogano), costruiscono la loro fortuna, il proprio futuro economico, finanziario e quindi anche politico.
Ecco perché stanno precipitando tutti i riferimenti giuridici e legali, e di fiducia verso le istituzioni. La desolazione e il caos che possono creare questi atteggiamenti mentali non hanno confini, e pongono la nostra specie sempre più sola di fronte a se stessa, senza una guida sicura. Senza un futuro che non sia all’insegna della “mors tua, vita mea”.
È ciò che si vuole, affinché ci si riduca ad essere solo portatori di interesse economico. E questa è la sconfitta peggiore, tanto del liberismo quanto del socialismo. Stiamo ritornando all’età della Pietra, con una coscienza involuta.
Peggio, decisamente peggio di quando fummo, ab origine, in quell’età.