Forze di quale ordine?
È tutta questione di… decenza.
Partiamo da questa notizia, che appare originale e che ci informa circa una protesta indispensabile.
Notizia originale perché, a mia memoria, è la prima volta che le Forze dell’ordine decidono di farsi sentire così platealmente, tanto dai politici quanto dai cittadini, e protesta indispensabile perché la situazione nella quale versano sembra essere oramai evidente, a tutta la nazione. Peraltro, non sono i soli ad essere abbandonati da una politica che pensa quasi esclusivamente al proprio posto di potere, ribaltando nel giro di qualche ora opinioni e riferimenti post-ideologici.
Sì, la parola chiave è proprio questa: post-ideologia, che il Ministro degli Esteri Luigi Di Maio ha pronunciato anche ultimamente, per legittimare le scelte politiche del Movimento Cinque Stelle. Ma cosa significa esattamente questo termine, e quale relazione vi è con il problema delle nostre Forze dell’ordine?
Innanzi tutto, con questa parola si vuole intendere la fine di qualsiasi obiettivo che sia una “visione condivisa di percorsi adatti a raggiungere tale scopo”. Eh, sì, carissimi. Ideologia deriva da idea, ossia, in greco, visione intuitiva, anche se ha assunto, nel corso della storia della filosofia occidentale, molteplici e differenziate connotazioni. Per esempio il concetto di idea in Platone è cosa sostanzialmente diversa rispetto a quella presente in Kant, così come in Hegel e Marx. Ma non è questa digressione che mi interessa, mentre mi piace ritornare alla sua etimologia greca, ossia vedere per intuizione, oppure per immagine. Quindi l’ideologia è quell’insieme di primigenie visioni circa una serie di obiettivi.
Bene, annullata l’ideologia, navighiamo a vista, senza grandi progetti e con l’idea costante di emergenza, praticamente procediamo improvvisando.
In tutto questo, ecco che le Forze dell’ordine si domandano: a quale ordine sociale, civile e culturale noi dovremmo garantire integrità, rispetto e decenza? Cosa ci stiamo a fare noi, se non siamo sostanzialmente tutelati nel nostro lavoro, poiché abbiamo perso l’ideologia della nostra funzione? O, meglio, poiché ci state facendo perdere la funzione sociale, persino agli occhi della gente comune? In sostanza, come possiamo garantire sicurezza se noi stessi siamo preda di una insicurezza generalizzata?
Gli ultimi fatti dimostrano la presenza di uno Stato talmente post-ideologico da lasciare le Forze dell’ordine senza i protocolli necessari per sapere come agire in quei casi di effettivo pericolo di vita, come si lamentano gli stessi esponenti dei sindacati. Senza soldi, senza piani preventivi di azione, senza Taser e tutto lasciato all’improvvisazione di ognuno.
Ho l’impressione che, forse, qualche cosa di ideologico dovrebbe rimanere in questa nazione, perché prima ancora che alla dimensione politica dell’esistere, dovremmo pensare alla dimensione più antropologica della vita stessa, ossia a quella del cuore.
Cerchiamo di ricordare che la mente desidera ciò che il cuore sente.