Con il termine “cultura”
È tutta questione di… parole giuste.
Con il termine cultura intendiamo l’insieme dei comportamenti e degli atteggiamenti di un gruppo umano storicamente determinato e determinantesi. In ottica antropologico-mentale, con questa parola ci si riferisce a tutti gli schemi di comportamento condivisi dai membri di una comunità e che fanno affidamento su informazioni trasmesse socialmente nel tempo. Dalle teorie scientifiche alle tecniche di ricerca del cibo in qualsiasi società, tribale o industriale, dal design automobilistico e navale agli stili musicali di successo: situazioni, competenze ed abilità che si sviluppano attraverso infiniti cicli di innovazione.
Tutte cose che migliorano progressivamente una base iniziale di conoscenza. Ripetere e innovare senza mai fermarsi, incessantemente. E non dimentichiamo che il crogiolo in cui si sviluppa il linguaggio umano è la continua ripetizione dell’apprendimento, ed in questo risiede il segreto del nostro successo come specie.
Sono molti gli animali che imitano il comportamento di altri loro simili. È così che apprendono comportamenti legati alla dieta, con le tecniche per il procacciamento del cibo, oppure i modi per evitare i predatori o per richiamare con i canti altri individui conspecifici. Gli individui più giovani delle diverse comunità di scimpanzé africani imparano i comportamenti del loro gruppo (come aprire le noci martellandole con un sasso, oppure utilizzare uno stecco per raccogliere le formiche) imitando individui più esperti. Ma questo non accade soltanto nei primati, perché le ricerche dimostrano che l’apprendimento sociale (per imitazione, appunto) si verifica in centinaia di specie di altri mammiferi, in uccelli, pesci e insetti. Persino le giovani femmine di Drosophila melanogaster, il moscerino della frutta, selezionano, come compagni di accoppiamento, i maschi che le femmine più anziane avevano già scelto in precedenza. Insomma, sono femmine che vogliono andare sul sicuro!
Anche noi esseri umani impariamo imitando coloro che chi hanno preceduto e coloro che condividono con noi, nella contemporaneità, le stesse informazioni, gli stessi stimoli.
Sulla base di questa idea, la ricerca scientifica internazionale ha cercato di individuare la presenza nel cervello umano di quelle aree, anatomiche oppure funzionali, che avrebbero potuto stimolare una imitazione più accurata ed efficiente. Per esempio, anche il miglioramento della percezione visiva poteva certamente rientrare in questo tipo di ricerca, proprio perché essa permette di imitare a distanze maggiori, o di copiare azioni motorie cosiddette di manipolazione fine. Inoltre, un altro settore di ricerca ha riguardato lo studio di quei collegamenti neuro-cognitivi tra le strutture percettive e quelle motorie nel cervello. Sono queste che aiutano gli individui a tradurre la visione di altri (che esibiscono un’abilità) nella prestazione corrispondente, muovendo il proprio corpo in modo simile.
Ecco, penso che queste spiegazioni scientifiche ci permettano di comprendere il perché di molti comportamenti umani, con particolare riferimento alla funzione dei media e della comunicazione politica nella veicolazione delle nostre azioni quotidiane.