Europa e Italia: sensazioni e percezioni
È tutta questione di… mediocrità.
In ottica scientifica, specialmente in quella neurofisiologica, esiste una differenza fra la sensazione e la percezione.
Con il primo termine ci si riferisce alla capacità dei nostri sistemi sensoriali di registrare e conservare l’energia, esterna e interna, con la quale un qualsiasi stimolo giunge a noi. Con il secondo termine ci si riferisce al complesso processo di ricostruzione, trasduzione e reazione valutativa che il nostro cervello, dunque anche la mente, produce nel trattare adattativamente la stimolazione ricevuta.
In sostanza, mentre la sensazione ci mette in comunicazione con il mondo interno ed esterno a noi, la percezione produce valutazioni e comportamenti che cercano di adeguarsi allo stimolo ricevuto.
Ebbene, possiamo, proprio sulla base di quanto scritto, affermare che siamo di fronte ad una sensazione di Europa e una percezione di Europa.
Se vogliamo riferirci alla sensazione, penso si debba rilevare la presenza in molti di noi di un malessere diffuso, come se questo coacervo di interessi personali, nazionalistici e lobbistici aleggiassero sopra le nostre teste. E noi… completamente impotenti, rassegnati, schifati e disgustati.
Se vogliamo, invece, riferirci alla percezione di questa fantomatica e fasulla Europa, siamo portati a valutare la sua politica (forse diversa da quella che potrebbe essere quella mediterranea…) decisamente offensiva e divisiva. Si sta sviluppando (e, secondo me, in un numero crescente di cittadini italiani ed anche europei…) l’idea valutativa di un asservimento politico europeo ad interessi lobbistici e finanziari, grazie ai quali si esasperano le conseguenze di un conflitto (Russia-Ucraina) che non si vuole affatto fermare.
Vedremo cosa sarà in grado di fare questo nuovo governo, quando sarà formato, e che molti italiani (direi tanti…) hanno voluto e dunque scelto.
Dal canto mio, sulla base delle dichiarazioni della Onorevole Meloni (e dei suoi alleati, anche se in toni e misure diverse…), credo proprio che nulla di sostanziale cambierà, specialmente rispetto alle gravi situazioni sociali che la nostra nazione deve affrontare.
Stiamo a vedere… curiosi e moderatamente sfiduciati.
P.S.
Certo, il PD è oltremodo finito e andrebbe sepolto, assieme a tutta la sua classe dirigente. Rosi Bindi, giustamente, definisce l’annunciato Congresso un “accanimento terapeutico”. Non parlo delle altre configurazioni politiche italiane che, sempre secondo me, non esistono nemmeno.