Bambini distrutti
È tutta questione di… fiducia.
Sono veramente stanco. Stanco di leggere notizie come questa.
Si tratta dell’ennesimo episodio di maltrattamenti fisici e psicologici, su alunni di scuola dell’infanzia da parte di alcune insegnanti. Non ritornerò sui soliti luoghi comuni legati alla delicatezza dell’età in cui si trovano gli esseri umani che frequentano la scuola italiana.
Voglio solo soffermarmi su due aspetti precisi, e che sono comuni a quasi tutti questi aberranti episodi: affidamento e grado di affidabilità.
Secondo l’ultima stesura delle Indicazioni nazionali per il curricolo della scuola dell’infanzia del 2012, questo ciclo scolastico mira a creare, nel bambino, l’esperienza del sé e dell’altro, del corpo e del movimento, delle immagini, dei suoni e dei colori, dei discorsi e delle parole, e della conoscenza del mondo. Certo, non è scuola dell’obbligo. Ma se i genitori compiono la scelta di inserire il proprio figlio in una scuola d’infanzia è proprio perché vogliono che il bambino compia un percorso che lo conduca all’acquisizione di consapevolezza. Quello che diventerà il necessario presupposto affinché i genitori scelgano il percorso del figlio verso una seconda infanzia, in ambiente istituzionalizzato. E per fare questa scelta, oltre alle amorevoli cure familiari, è necessario solo fiducia.
Fiducia nella scuola d’infanzia, come occasione umana di protezione didattica, senza la quale ogni nazione è destinata a non avere futuro. In altre parole, i genitori devono potersi fidare dei docenti, della loro adeguata formazione, specialmente per una fascia di età così delicata e fondante come questa. Quindi, strilli, capricci, esuberanza, introversione, insomma tutte queste caratteristiche infantili devono essere gestite da adulti equilibrati, consapevoli e sani di mente.
Questo è l’affidamento primigenio e primario cui tutti noi aspiriamo, anche quando ne siamo inconsapevoli. Ecco perché, gli istituti scolastici dell’infanzia dovrebbero assumere personale docente in grado di affrontare questo specifico percorso. Non basta che una maestra abbia una solida preparazione pedagogica.
Ci vuole ben altro!
Serve che sia dotata di un elevato grado di affidabilità, vale a dire che sia una persona psicologicamente solida e bilanciata. Per essere assunti, non basta che un docente della scuola dell’infanzia possegga i titoli adeguati. È necessario che al momento dell’assunzione, e durante tutto il periodo del rapporto di lavoro, l’istituto scolastico appuri con adeguati strumenti se l’aspirante docente (e, successivamente, il docente assunto) versi o meno in stato di alterazione psicologica cronica. Oppure, se nel corso della propria funzione sia andato incontro a problematiche prettamente ambientali interne, oppure ancora ad eventi traumatici destabilizzanti il suo equilibrio.
Come stabilirlo? Semplice. Mediante test e visite psicologiche, supervisioni costanti e persino attraverso telecamere. E il tutto per garantire il prosieguo del rapporto di lavoro. Non ci sono alternative, anche se qualcuno potrebbe sentirsi controllato e monitorato. Non importa. Se non è d’accordo, che si licenzi o venga licenziato.
E non si abbia l’ipocrisia di gridare alla discriminazione, se poi non si ha lo stomaco per sopportare la violenza!