scuola-digitaleÈ tutta questione di… ignoranza.

Le condizioni in cui ci troviamo, come nazione e come popolazione, dipendono da molte cause. E non posso certo permettermi qui di analizzarle, neppure sommariamente, perché sono troppe e l’analisi richiederebbe, peraltro, l’aiuto di qualche collega sociologo e politologo.

Possiamo, però soffermarci su quest’altra esaltante notizia, per comprendere un poco meglio la condizione esistenziale ed evolutiva nella quale versiamo tutti.

Qualche dato, che emerge peraltro nell’articolo in ipertesto, lo voglio riportare e da questo partire: a) il 20% degli studenti di seconda elementare non comprende quello che legge, e la percentuale sale in Calabria al 24%; in matematica ci troviamo al 28% di non comprensione e la percentuale di coloro che non la capiscono sale al 35% sempre in Calabria. Si salva la Basilicata, con valore inferiori, seppure nella insufficienza; b) aumenta il divario tra Nord e Sud, con il crescere dell’età, sia per quanto riguarda la matematica che l’italiano, con l’aggiunta (per essere così più democratici e coinvolgere altre discipline…) dell’inglese; c) con l’aumentare dell’età, in terza media, il 35% di tutti gli scolari italiani, senza differenza fra Nord e Sud non è in grado di comprendere un testo italiano, e l’incomprensione della matematica supera il 50% in Sardegna e Campania, per giungere oltre il 60% in Sicilia e Calabria; d) alle superiori il 30% degli studenti continua a leggere e scrivere senza sapere cosa legge e cosa scrive, e in Calabria e Sardegna la percentuale sale al 45%; e) alle superiori, gli studenti scarsi in lingua italiana sono il 30%, con il 45% in Calabria e Sardegna, mentre saliamo al 42% per la matematica, e che continua a salire fino al 60% in Calabria, Sicilia, Campania e Sardegna.

Ma è l’inglese a raggiungere il meglio… del peggio alle superiori, perché in Calabria, 7 maturandi su 10 non riescono a leggerlo in modo corretto e il 65% non raggiunge il livello B1, anche se il dato medio del Paese è del 50%. Il livello B1 è definito anche Threshold, ossia livello “soglia”. In altre parole, questi nostri cari studenti non sono in grado di comprendere i punti essenziali di messaggi chiari in lingua standard, su argomenti familiari e che si affrontano normalmente al lavoro, a scuola, nel tempo libero, etc. Non riescono a cavarsela in molte situazioni che si possono presentare viaggiando in una regione dove si parla la lingua in questione, e non sanno produrre testi semplici e coerenti su argomenti che siano familiari o siano di loro interesse.  Non sono in grado di descrivere esperienze e avvenimenti, sogni, speranze, ambizioni, e non sanno esporre brevemente ragioni, fornire spiegazioni su opinioni e progetti.

Non mi soffermo sul commento del Ministro dell’Istruzione Bussetti, perché potete leggerlo nell’articolo cui faccio riferimento e perché si commenta, in effetti, da solo, senza possibilità di replica. Vi voglio, invece, invitare a riflettere su due considerazioni: la prima, la perfetta sintonia tra incomprensione della madre lingua e la ulteriore incapacità quasi raddoppiata nella lingua inglese, perché è impossibile studiare un’altra lingua (leggerla e comprenderla) se non si conosce il significato di quello che si sta dicendo nella propria; la seconda, la reale condizione cognitiva, del tutto preoccupante, nella quale si trova una grossa fetta dei nostri giovani.

Dunque, come possiamo meravigliarci di quello che accade nei social, dell’aggressività verbale e fisica che esprime il bullismo, l’odio in rete, se coloro che praticano questi atteggiamenti “letteralmente” non sanno, non capiscono quello che dicono, quello che fanno e quello che producono? Ma tutto questo è funzionale a quel potere finanziario legato ai media e a quella economia che ci vuole sempre più inconsapevoli, quasi incapaci di intendere e volere un progetto consapevole di vita, mentre si vogliono allevare giovani che siano solo in grado di consumare e comprare.

Devo proprio dirlo: tutto questo produce una certa tristezza.

Progressiva.

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