Locandina_14_12_2019È tutta questione di… aprire le orecchie e il cuore.

Come potete leggere nell’immagine inserita, il prossimo 14 dicembre 2019 (Sala Dante, ore 17.00, La Spezia), per festeggiare Santa Lucia, sono invitato a partecipare alla manifestazione L’arte oltre il buio, organizzata dalla sezione di La Spezia dell’Unione Italiana Ciechi.

Coloro che mi conoscono sanno che da anni mi occupo, per quello che posso e so fare, di disabilità, intesa nelle sue svariate forme, come caratteristica sociale e culturale umana. E penso che, sostanzialmente, tutte le persone siano sensibili a questo tema, anche se in misura diversa e secondo modalità individuali.

Tutti i nostri sensi sono funzionali all’evoluzione della specie, e singolarmente importanti, perché ci permettono di compiere azioni comuni ed azioni meno comuni. Ecco, vorrei soffermarmi proprio su questo concetto, ossia sul fatto che ogni essere umano è partecipe dell’umanità secondo criteri, modalità, tempi ed esistenze tanto plurali, quanto singolari. Ognuno di noi entra in relazione con il mondo presentandosi con una quota di originalità ed un’altra di banalità. Il dosaggio di queste quote è forse la ricetta più raffinata che impariamo a conoscere durante il corso della nostra vita, perché da essa dipende molto del nostro successo sociale, sia professionale che affettivo.

La banalità avvicina, rassicura e tranquillizza, perché ci permette di vederci e vedere il mondo simile a noi, mentre l’originalità attrae, inquieta e destabilizza, perché evidenzia quella differenza tra noi e il mondo che temiamo e al tempo stesso amiamo.Locandina_14_12_2019

Le persone che possiamo definire intelligenti, da intus legere, sono coloro che di fronte all’originalità, quando hanno verificato che non è pericolosa per la vita stessa, la loro e quella altrui, si aprono con attenzione, meraviglia e senza l’espressione di giudizi di valore. Le persone che possiamo, invece, definire poco intelligenti (sempre esistite al mondo, e forse in questo periodo storico mondiale particolarmente presenti nei media) sono coloro che pre giudicano la singolarità che si esalta nell’originalità, perché abbisognano di quelle maniglie cognitive (ossia occasioni in cui appendere la propria insicurezza) che li fa credere normali, giusti e sani.

Samuele Marras, ventiquattrenne, musicista e Direttore Artistico dell’Unione Italiana Ciechi, sezione di La Spezia, organizzatore (assieme a tanti suoi amici…) della manifestazione L’arte oltre il buio, è proprio una delle persone che possiamo annoverare fra quelle intelligenti. Diventato cieco, per una retinite pigmentosa, ha mantenuto quell’ironia ed arguzia che lo rendono tanto originale, vista la giovane età, quanto affidabile visionario. Ecco perché ho deciso di partecipare a questo evento; ho voluto scrivere questo articolo e penso che sia una bella occasione di incontro, evoluzione e confronto.

Abbiamo davvero tanto bisogno di persone che organizzino eventi di questo genere, grazie ai quali possiamo imparare e frequentare la diversità che sappiamo apprezzare quando il nostro cuore abbraccia quello altrui.

E la musica, l’arte che dà luce al nostro buio apparente, è sempre una grande occasione antropologica. Rivolta a tutti, poco intelligenti od intelligenti che siano.

In effetti, l’intelligenza è solo questione di cuore.

Punto.

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