L’influenza che influenza…
È tutta questione di… mediocrità.
Continuo nelle mie riflessioni su quanto sta accadendo attualmente nel mondo. Oggi, sono oltremodo personali, e basate su convinzioni religiose, le mie, ovviamente. Non so se potranno e saranno condivise, ma, in genere, non scrivo le mie parole per cercare il consenso, preferisco siano stimolanti, e lo siano da molti punti di vista, rivolte a persone abituate a farsi domande anche complesse, difficili.
Bene, comincio.
Mi sto facendo questa domanda: “Cosa l’Uomo dovrebbe osservare e mettere in pratica per definirsi davvero saggio e intelligente“? Ho una risposta, essenziale, anche se parziale: l’Uomo dovrebbe osservare il Cielo, la Natura, ossia tutto ciò che esiste indipendentemente dalla sua presenza. E lo dovrebbe fare, però, ragionando con quel cervello che la Natura stessa, o Dio per i credenti, gli ha fornito. Un cervello umile, dubbioso, cauto e prudente, ancorché talentuoso.
Ora, la questione, dal mio punto di vista, è che noi esseri umani siamo sostanzialmente infedeli, verso noi stessi, le nostre intelligenze, e verso gli altri. Se facciamo ben attenzione, la reale fedeltà è qualche cosa che rimane tale sempre, specialmente durante le difficoltà della nostra vita, indipendentemente dalle situazioni esterne a noi stessi. Una madre è vera quando è fedele ai suoi figli, e i suoi figli lo sono altrettanto quando rimangono fedeli alla loro madre.
In questa fedeltà risiede la nostra verità.
Ogni cosa è vera se è fedele.
E la verità assoluta prevede una fedeltà assoluta, di cui facciamo esperienza parziale nell’amore umano, che unisce tutto ciò che si potrebbe dividere, spezzare, rompere e distruggere.
Sulla base di queste considerazioni, come possiamo considerare la Manna dal Cielo che chiamiamo Covid-19?
È una realtà invisibile, come l’amore e l’odio, che esiste in Natura da sempre. Qualche cosa che non conosciamo, e rispetto al quale non sappiamo da quale parte girarci. Eppure, questa realtà invisibile ad occhio nudo sta modificando il nostro modo di vivere, la nostra libertà e le nostre azioni. E lo sta facendo indipendentemente dai Decreti Legge continui del Presidente del Consiglio dei Ministri italiano.
Ci è stato detto che è il Covid-19 è una influenza di cui non si conosce nulla, e con un alto livello di contagiosità, particolarmente efficace quando trova un corpo ospite debilitato da una serie di morbilità. Anche se ora sta falcidiando persone sane, e ancora giovani.
Se un virus può modificare i nostri comportamenti, le nostre idee e la nostra libertà, mi chiedo, come mai non siamo in grado di attuare le stesse modifiche che un Dio (con nomi diversi, ma uguale in tutto il mondo) da secoli ci chiede di attuare? Perché Dio non riesce ad influenzarci globalmente come sa fare, invece, un virus?
Perché Dio è fedele, ossia vero, e lo è nell’amore, nell’unione, nella vicinanza, nell’accoglimento, mentre il virus ci influenza nella paura, nella divisione, nella cattiveria e nella lontananza.
Eppure, Dio ci insegna che possiamo essere uniti nella separazione. Perché ognuno di noi sa di essere separato dall’altro, da qualsiasi altra persona, eppure sente e sa riflettere su come ci si possa percepire uniti nell’amore.
Ecco, questa è la mia riflessione ulteriore.
E non solo del momento, ma grazie a questo momento.